Medicina
Covid, tutela penale e civile dei sanitari: c'è l'interesse della politica?
C'è il rischio che eventuali contenziosi legali e le richieste di risarcimento possano ritorcersi pesantemente sulle Aziende sanitarie e sulle cure praticate
“La tutela degli operatori sanitari dalla responsabilità civile e penale in tempi di Covid-19 rappresenta un importante problema multidimensionale che riguarda molteplici aspetti dell’assistenza sanitaria in corso di pandemia, con riferimento alle straordinarie caratteristiche clinico-epidemiologiche della malattia del tutto nuova e sconosciuta, alle modalità emergenziali di assistenza ai pazienti, alla organizzazione dei servizi, alla tempestività ed efficacia delle cure, alla dilazione temporale di diagnosi e cura delle altre patologie non-Covid-19 (spesso dimenticate o trascurate di necessità di fronte alla emergenza pandemica) e, “last but not least”, alle responsabilità mediche e gestionali connesse ad una estensiva e per certi aspetti innovativa campagna vaccinale”. Lo afferma Marco Piemonte, presidente del Collegio italiano dei Chirurghi, secondo cui il recente D.L. approvato dal Consiglio dei ministri il 31 marzo 2021 ha riservato meritata attenzione alla tutela penale degli operatori addetti alle vaccinazioni anti-Covid limitando però la punibilità ai soli casi di dolo e colpa grave e non la perseguibilità penale dell’operatore con tutto quello che ne consegue di negativo. “Se un obiettivo è raggiunto, non si può tuttavia tacere la assoluta inadeguatezza del provvedimento legislativo, che copre e tutela solo la responsabilità vaccinale e trascura completamente le altre già citate problematiche di responsabilità penale e civile determinate dall’emergenza pandemica fin dalla sua comparsa”, spiega Piemonte.
Una considerazione emersa in occasione di una web conference del Collegio italiano dei chirurghi (Cic) in tema di “Responsabilità sanitaria e Covid”, cui hanno partecipato in veste di relatori qualificate personalità del mondo medico, giuridico, politico e amministrativo.
Dal punto di vista giuridico i relatori intervenuti (D. Pittella, R. Calvo, G. Facci, C. Cupelli e V.D. Greco) hanno sottolineato gli importanti limiti della Legge 24/2017 (c.d. legge Gelli-Bianco) in ambito penale e la sua ancora vigente incompletezza in tema civile e assicurativo, nelle more dell’approvazione di alcuni decreti attuativi, ed hanno altresì affermato l’assoluta necessità di un ulteriore e più ampio intervento legislativo adeguato alla copertura di tutte le problematiche dell’emergenza pandemica “ab initio”. Questo intervento legislativo assumerebbe un “messaggio politico” chiaro e univoco a favore degli operatori sanitari (a suo tempo definiti “angeli” ed “eroi” e poi tempestivamente dimenticati o addirittura vilipesi).
Anche la parte “pubblica” del Ssn, rappresentata dalla presidente di FederSanità, Tiziana Frittelli, ha testimoniato non solo i rischi medico-legali per i singoli operatori sanitari (ora particolarmente acuti in periodo Covid-19, ma presenti “a prescindere” nelle attività assistenziali di sempre), ma anche il grave pericolo che i prevedibili contenziosi legali e le richieste di risarcimento si ritorcano pesantemente sulle Aziende sanitarie e sul Fondo nazionale delle cure e quindi, in ultima analisi, possano compromettere l’efficienza stessa (se non addirittura la sopravvivenza economica) del Ssn.
Questi messaggi, fermamente condivisi dai medici-chirurghi partecipanti alla conferenza, sono stati immediatamente raccolti dal sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, e dagli altri esponenti politici presenti come relatori, tra cui Cosimo Ferri, Carmelo Miceli e Carmelo Misiti che hanno rappresentato il profondo interesse delle istituzioni e dei rispettivi partiti nel ricercare a breve termine soluzioni legislative concrete ed estensive.
In particolare, tra le possibili iniziative ”politiche” ritenute oggi di preminente rilievo al fine di garantire una tutela efficace degli operatori sanitari verso la responsabilità penale e civile in corso di emergenza Covid-19, meritano di essere citate quelle che prevedono il coinvolgimento diretto dello Stato con definizione legislativa di un programma di indennizzo per le vittime Covid-19; la modifica del regime introdotto dalla legge Gelli-Bianco in materia di responsabilità penale dell’operatore sanitario con ritorno del regime , più favorevole per il medico, introdotto dal decreto Balduzzi; il raggiungimento di risultati legislativi concreti in tempi brevi, verisimilmente favoriti dall’attuale formula governativa emergenziale con amplissima maggioranza e con sostegno politico multipartitico.
L’interesse del mondo politico ad impegnarsi attivamente in tema di responsabilità sanitaria con provvedimenti che vadano oltre la semplice tutela “vaccinale”, chiaramente emerso dagli interventi in occasione della conferenza e peraltro confermato anche da un puntuale comunicato del Ministro della Salute Roberto Speranza, offre motivi di prezioso conforto agli operatori sanitari che -in un periodo così difficile e drammatico del Ssn- vedono nuove e concrete speranze di conseguire finalmente in tempi brevi un traguardo chiaro e indiscusso in questo ambito.