Medicina
Depressione: piu' vicina la prova dell'origine biochimica
La depressione maggiore e il disturbo bipolare sono causate da alterazioni degli equilibri lipidici della membrana cellulare dei neuroni: e' la tesi, affascinante, al centro di una ricerca di tre scienziati - Massimo Cocchi, docente di biochimica della nutrizione all'Universita' di Bologna e Direttore dell' Istituto Paolo Sotgiu della Ludes di Lugano , e Lucio Tonello e Fabio Gabrielli, docenti e ricercatori presso l'Universita' Ludes di Lugano - ripresa e discussa l'altro giorno a Como, in un congresso sulle neuroscienze aperto dal premio Nobel americano Kary Mullis. La ricerca dei tre scienziati prende le mosse nel 2005, quando per la prima volta un gruppo di 144 pazienti affetti da sintomi clinici di depressione viene analizzato sotto il profilo della composizione biochimica della membrana neuronale, attraverso l'analisi delle composizione degli acidi grassi rilevabili nelle piastrine, che sono considerate in letteratura come "gli ambasciatori dei neuroni" perche' ne riflettono in buona parte le caratteristiche. Successivamente, i rilievi sono stati confermati da una seconda serie di esperimenti. La diagnosi tra le diverse sindromi depressive viene effettuata attualmente in sede clinica, attraverso questionari e dialogo col paziente, ed ha quindi margini di errore molto ampi, intorno al 60-70%. Questo comporta gravi conseguenze di tipo terapeutico e pesanti ricadute nell'ambito della salute pubblica che un approccio biochimico, attraverso semplici analisi del sangue, eliminerebbe.
Secondo la metodica di Cocchi, Tonello e Gabrielli, le risultanze delle analisi del sangue relative alla presenza di tre acidi grassi - il palmitico, linoleico e arachidonico - possono essere misurate con particolare efficienza attraverso l'utilizzo di un software analitico, la SOM (Self Organizing Map), che ha una capacita' di valutazione molto piu' alta di quelle convenzionali. "Questa metodica dignostica - spiega il professor Cocchi - riesce a valutare la presenza degli acidi grassi critici nella mebrana cellulare, che ne determina le viscosita' e quindi l'ingresso della serotonina nella cellula". Si tratta di un sistema di diagnosi a basso costo - un esame del sangue di questo tipo costa pochi euro - che gli psichiatri potranno utilizzare al meglio per diagnosticare la situazione dei loro pazienti e, in futuro, curarne le sindromi con farmaci mirati e appropriati metodi nutrizionali e con le giuste integrazioni lipidiche. "Il senso del congresso di Como", conclude Cocchi, "e' stato quello di riunire i massimi scienziati mondiali del settore per discutere insieme un protocollo sperimentale che misuri la relazione tra la composizione della membrana cellulare e i "disordini dell'umore".
Gli esperimenti continuano, dunque: "E ne sta per partire uno sugli embrioni di pollo", racconta Cocchi, "partendo dal dato che senza un 1% di acido linoleico nel cervello, la gallina non produce uova. Si tratta di valutare come la carenza di acido linoleico possa modificare la quota piccolissima ma indispensabile, che e' nel cervello di tutti gli esseri viventi compreso l'uomo. Siamo alle soglie - in questo connubio tra biochimica matematica e fisica - del comprendere l'aspetto quantistico del cervello. Come e perche', cioe', la funzionalita' del cervello sia interpretabile in chiave quantistica". "Tutti gli scienziati concordano nel considerare l'acido linoleico un fattore determinante per la funzionalita' cerebrale - conclude il ricercatore - e tutta la letteratura scientifica dal '29 ad oggi ha dimostrato che quest'elemento e' essenziale per vita, ma nessuno aveva mai capito, dal 29 ad oggi, perche' e' essenziale. Siamo allora andati a ricostruire le frazioni lipidiche dai batteri alle piante, all'uomo e ad oggi possiamo ipotizzare che l'acido linoleico sia una pietra miliare dell'evoluzione".