Medicina
Idrossiclorochina, la lettera aperta di 120 ricercatori a Lancet
"Preoccupazioni sull’analisi statistica e sull’integrità dei dati”: gli accademici scrivono al direttore della rivista scientifica
Oltre 120 ricercatori, dalle università di tutto il mondo da Oxford ad Harvard, hanno messo in discussione lo studio della nota rivista scientifica The Lancet sull'uso dell’idrossiclorochina da parte dell’Oms. Studio in seguito al quale la somministrazione del farmaco è stata sospesa. Gli accademici hanno indirizzato una lettera aperta al direttore di Lancet, chiedendo spiegazioni in merito alla tesi del legame tra farmaco e complicazioni cardiache: secondo la pubblicazione i pazienti Covid-19 trattati con idrossiclorochina andrebbero incontro a tassi di mortalità più elevati per complicazioni cardiache dovute al farmaco.
La comunità scientifica ha raccolto in 10 punti tutte le critiche sollevate. Al primo punto: "Preoccupazioni sull’analisi statistica e sull’integrità dei dati". I dati provenienti dall’Australia non risultano compatibili con i rapporti elaborati dal governo. Surgisphere, la società di raccolta dati, ha dichiarato che si è trattato di un errore di classificazione di un ospedale dell’Asia. E ciò indica la necessità di estendere un ulteriore controllo degli errori a tutto il database. Poi ancora, le dosi medie giornaliere di idrossiclorochina somministrata sono di 100 mg superiori a quelle raccomandate dalla Fda, ma questo dato è “impossibile” dal momento che il 66% dei dati provengono da ospedali nordamericani. A questo si aggiunge che i dati provenienti dall’Africa sembrano improbabili. I dati dei pazienti sono stati ottenuti attraverso cartelle cliniche elettroniche e sono detenuti dalla società statunitense Surgisphere. In risposta a una richiesta di dati, il professor Mehra ha dichiarato: "I nostri accordi di condivisione dei dati con i vari governi, paesi e ospedali non ci permettono purtroppo di condividerli".
Data l'enorme importanza e l'influenza di questi risultati, continua la lettera, crediamo doveroso che:
1. La società Surgisphere fornisca dettagli sulla provenienza dei dati. Come minimo, ciò significa condividere i dati del paziente a livello ospedaliero;
2. La convalida indipendente dell'analisi sia eseguita da un gruppo convocato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, o da almeno un'altra istituzione indipendente e rispettata. Ciò comporterebbe ulteriori analisi (ad esempio, determinare se vi è un effetto-dose) per valutare l'attendibilità delle conclusioni;
3. Vi sia libero accesso a tutti gli accordi di condivisione dei dati citati sopra per garantire che, in ogni giurisdizione, tutti i dati estratti siano stati raccolti legalmente ed eticamente e nel rispetto degli aspetti relativi alla privacy dei pazienti.
Chiude la lettera una richiesta formale: “Nell’interesse della trasparenza, chiediamo a The Lancet di rendere disponibili le valutazioni (peer review) che hanno portato all’accettazione di questo manoscritto per la pubblicazione”.
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