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Medicina
Ingegneria biomedica, cos’è e cosa fa un'azienda biomedicale

Cos’è l’ingegneria biomedica

L’ingegneria biomedica è un catalizzatore di innovazione. Il progresso tecnologico degli ultimi decenni ha spinto il settore biomedico verso una crescita senza precedenti, gettando le basi per uno sviluppo esponenziale di strumenti e processi che puntano a migliorare la salute umana e l’assistenza sanitaria su più livelli. Dalla ricerca alla produzione, dalla robotica alla telemedicina: le applicazioni dell’ingegneria biomedica sono in progressiva evoluzione, guidate dall’obiettivo comune di potenziare e perfezionare l’esperienza sanitaria e la qualità della vita.

Nata come combinazione tra processi di ingegneria e principi appartenenti al mondo della fisica, delle scienze naturali, dei materiali o della chimica, della matematica e dell’informatica, questa disciplina ha come obiettivo fondamentale quello di ideare e sviluppare strumenti che possano ripristinare, ampliare o supportare le funzionalità di un organismo.

Esistono due tipi di ingegneria biomedica: la bioingegneria, focalizzata sull’applicazione delle tecniche ingegneristiche ai problemi di carattere medico, realizzando apparecchiature e dispositivi per la diagnosi, terapia e riabilitazione dei pazienti; l’ingegneria clinica, si occupa della gestione e garantisce l’efficienza delle apparecchiature biomediche in ambiente clinico. Entrambe le discipline si sviluppano grazie al lavoro innovativo degli ingegneri biomedici.

I professionisti dell’ingegneria biomedica

La figura dell’ingegnere biomedico, a prescindere dall’ambito professionale in cui opera, collabora pienamente con la risoluzione di un problema medico-biologico, sin dalle fasi embrionali di analisi del caso. Per questo motivo, deve possedere conoscenze trasversali in ambito medico che possano poi essere integrate da una visione ingegneristica determinante. Oltre a interagire con una serie di profili professionali relativi all’ambito medico-sanitario, gli ingegneri biomedici possono trovare impiego in ospedali, aziende farmaceutiche, agenzie governative, nel settore della ricerca, in aziende biomedicali o in business che producono beni di consumo.

Il ruolo delle aziende biomedicali

I professionisti del settore si trovano spesso impiegati in aziende biomedicali: compagnie innovative che si occupano di sviluppare e realizzare, tramite processi ingegneristici d’avanguardia, strumenti e prodotti utili nel settore medico-sanitario. Ma non solo: rendono questi device innovativi disponibili sul mercato e, quindi, per la cura dei pazienti. Le aziende biomedicali producono nuovi dispositivi medici, per uso ambulatoriale, domestico od ospedaliero, che vanno dalle protesi, alla strumentazione chirurgica, ai dispositivi impiantabili, agli impianti ortopedici, fino a tutte quelle attrezzature relative all’ambito della sanità che differiscono dai farmaci.

Gli ultimi anni hanno ufficialmente sancito l’importanza dell’innovazione in ambito sanitario, e il conseguente ruolo fondamentale delle aziende biomedicali in quanto produttrici di tecnologie mediche avanzate. Tra i prodotti più noti nel campo dell’ingegneria biomedica ci sono i dispositivi medici impiantabili, come il pacemaker, il defibrillatore o le valvole cardiache. Device utilizzati frequentemente e prodotti dalle aziende biomedicali sono anche gli organi artificiali e le protesi interne ed esterne, sia articolari sia funzionali.

Un’altra branca di produzione per le aziende biomedicali è la robotica chirurgica: un campo in costante evoluzione che permette ai chirurghi, grazie a macchinari particolarmente sofisticati, di effettuare interventi di estrema complessità e movimenti millimetrici. Per quanto riguarda gli sviluppi di ricerca futuri, il settore si sta espandendo anche all’interno della sfera delle biotecnologie con lo studio dell’interazione tra i tessuti ed elementi artificiali.

L’industria biomedicale in Italia

Secondo una serie di analisi del Centro studi di Confindustria Dispositivi Medici datati gennaio 2022, il settore dei dispositivi medici costituisce una fetta particolarmente rilevante all’interno del panorama industriale italiano. Con un valore di mercato di 16,2 miliardi di euro tra export e mercato interno, il ramo si presenta particolarmente eterogeneo e produttivo in ogni sua applicazione, vantando personale altamente qualificato e devoto alle attività di ricerca. In particolare, la sfera biomedicale comprende 1.315 aziende, mentre quella biomedicale strumentale conta 602 compagnie solo in Italia.

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