Medicina
Mano bionica: giovane amputata ritrova tatto e controllo dell’arto
Clara, giovane amputata ritrova la sensibilità della mano grazie al progetto di una protesi sperimentale che sostituisce l’arto
Giovane con mano bionica: era amputata, ha ritrovato il tatto ed il controllo dell’arto
Nuovo sistema regala a una mano bionica controllo e sensibilità tattile, aiutando chi ha subito un'amputazione. Il sistema studiato da un team di bioingegneri, ingegneri, medici e tecnici dell'università Campus Bio-Medico di Roma e del Centro protesi Inail in provincia di Bologna, può essere applicato a protesi già in commercio.
Grazie alla mano bionica Clara, una giovane amputata, ha ritrovato la sensibilità lungo le dita e il palmo della mano.
Mano bionica per Clara: il progetto Sensibilia su una giovane amputata. La giovane aveva perso una mano per un incidente
La giovane aveva perso la mano a causa di un incidente domestico oltre 30 anni prima. Un trauma che ha portato Clara, 40enne della provincia di Palermo, a rifiutare di indossare ogni tipo di mano artificiale che non fosse puramente estetica.
Durante il progetto sperimentale 'Sensibilia', che rappresenta l'ultimo passaggio di circa 15 anni di approfondimento e poi di sperimentazione nel settore, - la donna è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico al Policlinico universitario Campus Bio-Medico. Qui un team di neurochirurghi e ortopedici, con l'ausilio costante di neurologi e bioingegneri, le ha inserito due elettrodi intraneurali e un 'cuff' (elettrodi perineurali, cioè installati intorno ai nervi) per ciascuno dei nervi mediano e ulnare presenti nel braccio sinistro: le interfacce, sottilissime, hanno consentito la restituzione - in tempo reale, attraverso speciali algoritmi - delle sensazioni tattili e di movimento dell'arto bionico al cervello tramite il sistema nervoso periferico. Proprio ciò che accade a tutti noi quando afferriamo, muoviamo, tocchiamo un oggetto con la mano.
Giovane amputata con una mano bionica: Clara ritrova il tatto e l’arto perduto attraverso una protesi sperimentale. Il test durato 11 settimane
Con l'obiettivo di riuscire ad avvicinarsi a questo livello di accuratezza nel controllo manipolatorio, Clara in 11 settimane ha prima 'reimparato' a produrre nel proprio cervello il movimento dell'arto perduto, stimolando aree corticali inattive da tempo; quindi ha affinato le proprie capacità di ricezione delle sensazioni tattili, riuscendo a percepirle in ben 13 differenti zone della mano artificiale, sia anteriormente che posteriormente. Infine si è esercitata accanto ai ricercatori per ripristinare le proprie capacità di manipolazione fine degli oggetti, stavolta attraverso la mano artificiale, riuscendo a muoverla con una destrezza crescente e fino ad oggi sconosciuta a tutte le precedenti sperimentazioni nel mondo.
Quindi la paziente è stata in grado - bendata e con la musica al massimo volume nelle orecchie - di riconoscere e padroneggiare consistenze e posizioni degli oggetti nella mano, fino a riuscire a 'provare' la sensazione del loro scivolamento lungo le dita e il palmo artificiali. Una novità che fa ben sperare, in vista dell'utilizzo di protesi sempre più evolute.