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Medicina
Maxi richieste di risarcimento e stipendi ridicoli: scappano pure i chirurghi
Chirurghi

Sanità, sale operatorie senza chirurghi. I numeri drammatici degli specializzandi, metà dei posti restano non assegnati

Nuovo allarme sanità, questa volta il report drammatico arriva dalle sale operatorie. Non solo medici e infermieri adesso a mancare sono anche i chirurghi. L'Italia rischia grosso, mentre la chirurgia diventa sempre più raffinata e complessa - si legge su Repubblica - a mancare è il fattore decisivo, quello umano. I chirurghi sono sempre meno e il futuro lascia pensare a una continua riduzione del loro numero. Quest’anno su 724 posti di specializzazione messi a bando dalle università ne sono stati per ora assegnati 319, cioè appena il 44%. Il dato è peggiore anche di quello dell’anno scorso, quando sono entrati in 483 su 671, cioè un 71% che visto oggi sembra un risultato eccezionale. "Se non si interviene dobbiamo prepararci ai titoli di coda della sanità pubblica", va già duro il presidente di Acoi, l’associazione dei chirurghi ospedalieri, Marco Scatizzi. Sono almeno tre, spiega, i motivi per i quali la disciplina non è più attrattiva. "Intanto i chirurghi sono profondamente sottopagati".

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"Prendiamo - prosegue Scatizzi a Repubblica - un collega oculista. Lui non deve fare reperibilità o guardie notturne, può mettersi in extramoenia e lavorare privatamente e finisce per guadagnare molto di più prendendosi responsabilità assai inferiori alle nostre". Il secondo problema ha a che fare con il contenzioso medico legale. "Siamo sommersi dalle cause e dalle richieste di risarcimento", spiega ancora Scatizzi. Infine "le scuole di specializzazione in buona parte sono un disastro, spesso e volentieri non attivano i percorsi formativi". Per come funziona il concorso di specializzazione, teoricamente possono esserci ancora degli “scorrimenti” nelle varie graduatorie ma difficilmente la situazione della chirurgia generale cambierà di molto. Resteranno sempre almeno la metà dei posti vuoti.

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