Medicina

Non infarto, ma Covid: donna muore per errore diagnostico

Si presenta in ospedale per possibile infarto, poi le dicono che è Covid

Donna dimessa dall'ospedale per errore, muore poco dopo; il marito chiede chiarezza

Dolore al petto e al braccio sinistro. Questi i sintomi accusati da Lucia Chiarelli, 68enne di Formia, durante la mattinata di lunedì 11 luglio. La donna, che ha ricondotto i campanelli d’allarme ad un possibile infarto, si è fatta accompagnare al Pronto Soccorso dal marito. All’Ospedale Dono Svizzero di Formia, però, Chiarelli viene dimessa dopo essere risultata positiva al Covid19. Appena rientrata a casa, si è accasciata a terra per un malore ed è morta davanti al coniuge.


Si è svolta troppo in fretta la vicenda che ha coinvolto una donna di Formia, arrivata al pronto soccorso della sua città, lo scorso 11 luglio, alle 7:58 e dimessa alle 9.27, con la diagnosi “dolore torace in Covid positiva”. Dopo l’esito degli esami a cui Chiarelli è stata sottoposta, è seguita la prescrizione della classica terapia farmacologia in caso di contagio, a base di Fluimucil e Toradol e, ovviamente, l’imposizione dell’isolamento fiduciario domiciliare.

All’ospedale, Chiarelli, che avrebbe compiuto a breve 69 anni, è stata sottoposta ad esami ematochimici e a una radiografia toracica, seguiti da un tampone naso faringeo Covid19, che ha dato esito positivo. Proprio il tampone, dunque, per i sanitari è risultato determinante nel decretare l’esito dello stato di salute della donna. Alle 11:31, due ore dopo le dimissioni dall’ospedale, viene constatato il decesso di Lucia Chiarelli, che, non appena rientrata a casa, si è accasciata a terra sotto gli occhi del marito, accusando un malore rivelatosi fatale.

Hanno cercato immediatamente di soccorrerla gli operatori dello stesso pronto soccorso di Formia, che poco prima l'avevano dimessa, arrivati sul posto inseguito alla chiamata al 118 da parte del marito. Non c’è stato, però, più nulla da fare per Lucia Chiarelli, ormai priva di battito cardiaco e respiro.

Dopo l’immediata reazione di sgomento e disperazione dei familiari della donna, è maturata nel marito un desiderio di fare chiarezza sulla morte di Lucia. L’uomo, assistito dallo Studio3A, sabato 23 luglio, ha deciso di presentare un esposto in procura, con l’intento di individuare eventuali responsabilità da parte dei sanitari dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia, per l’errata diagnosi.

Il coniuge della vittima, con l’assistenza dei legali specializzati in errori medici, ha presentato una denuncia-querela ai carabinieri di Formia, chiedendo all’autorità giudiziaria di disporre tutti gli accertamenti per chiarire le cause del decesso e accertare eventuali responsabilità di natura anche penale, dei medici che hanno avuto in cura la paziente. Il marito di Lucia Chiarelli, infatti, ha sostenuto che non fossero stati fatti tutti gli accertamenti diagnostici previsti, in casi di dolore toracico diffuso all’arto superiore sinistro, accusando i sanitari del pronto soccorso di Formia di aver sottovalutato la condizione cardiaca della moglie, che soffriva infatti di ipertensione ed assumeva quotidianamente una pastiglia per contrastarla. 

Il marito di Lucia ha inoltre chiesto richiesto espressamente che la salma della moglie venga riesumata, per poter procedere al fondamentale esame autoptico.