Medicina

Roche Italia, un viaggio nel mondo dei big data a sostegno della sanità

Eduardo Cagnazzi

Medicina personalizzata, ricerca d’avanguardia e sostenibilità del Sistema Sanitario sono solo alcune delle opportunità offerte dalla gestione dei dati

Rivoluzione sanitaria digitale? Big data? Come avrebbe potuto migliorare la gestione della pandemia da Covid-19 la Real World? In poche parole, qual è il contributo che la tecnologia informatica può fornire al Sistema Salute? Sono solo alcune delle tante domande a cui Roche Italia ha cercato risposte avviando un dialogo con molti degli attori del Sistema: cittadini e pazienti, medici, scienziati, istituzioni ed esperti tecnici. Da questo dialogo nasce la campagna“Roche Now, big data uniti per la salute” che, con il lancio dell’omonimo talk vuole essere una guida per tutti i cittadini interessati a comprendere come l’analisi di un’enorme mole di dati sanitari possa radicalmente cambiare il mondo della sanità e migliorare la salute dei cittadini: questa rivoluzione è già in atto.

“In Roche crediamo che un Sistema Sanitario che parta dall’analisi dei dati per arrivare alla personalizzazione delle     cure abbia il potenziale di migliorare le condizioni di salute dei cittadini attraverso terapie mirate, promuovendo una ricerca d’avanguardia e con il fine ultimo di aiutare la sostenibilità del Sistema Salute. Per questo ci impegniamo a integrare i dati derivanti dalla cosiddetta Real World, ovvero dall’esperienza pratica clinica, per complementare la nostra ricerca, anche attraverso le collaborazioni con le altre aziende del Gruppo, come la divisione Diagnostica, Foundation Medicine e FlatironHeatlh. Con orgoglio possiamo dire che siamo l'unica realtà del settore salute che abbraccia l’intero percorso del paziente e che grazie all’integrazione dati di tipo genomico, clinico, economico-organizzativi è in grado di offrire soluzioni che includono servizi, farmaci e test diagnostici innovativi”, ha affermato Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche Italia (nella foto), presentando la campagna. “Abbiamo davanti a noi però diverse sfide sulle quali occorre lavorare a partire da quella tecnologica, passando per quella normativa e infine anche e soprattutto quella culturale. Perché è solo grazie a cittadini più fiduciosi nella scienza, istituzioni e politici lungimiranti, una comunità scientifica focalizzata sui bisogni di pazienti e un’industria che punti sull’innovazione che potremo costruire insieme la sanità del futuro. Se non ora, quando?”.

Durante il virtual event di presentazione del progetto “Roche Now, big data uniti per la salute”, è stato lanciato il primo ciclo di digital talk condotto dallo scienziato Ennio Tasciotti che si sviluppa attraverso cinque video pillole mirate a promuovere maggiore consapevolezza su tematiche come Real World Data, Real World Evidence, FSE(Fascicolo Sanitario Elettronico), analizzandole dal punto di vista degli attori coinvolti: dai cittadini ai medici, dalle istituzioni agli esperti tecnici di settore e i media, con un’attenzione particolare all’attualità. Un efficiente ecosistema di dati sanitari è stato infatti spesso citato come fattore chiave di successo nella risposta al Covid-19, ma la pandemia ha contestualmente reso più evidenti anche le numerose barriere che ancora limitano l’utilizzo e la condivisione dei dati. Molti Paesi, infatti, fra i quali l’Italia, sono caratterizzati da una limitata capacità di raccogliere, analizzare e condividere dati di alta qualità, con conseguenti impatti negativi sull'efficacia e l'efficienza del sistema. Nel caso dell’Italia, l’estrema eterogeneità di approccio a livello regionale (in termini di norme, procedure e consuetudini), rappresenta un’ulteriore limitazione alle opportunità derivanti da un’analisi integrata dei dati sanitari. 

“L’evoluzione della medicina sta vivendo uno strano paradosso, c’è una diffusa percezione che l’utilizzo di strumenti innovativi come i big data la renda molto complicata, ma in realtà l’intelligenza artificiale applicata alla ricerca e alla medicina semplifica molto la vita di noi scienziati, ma anche dei pazienti”, ha affermato Tasciotti. “Infatti tanto più complesse sono le conoscenze, gli strumenti e le tecniche messe a punto, tanto più precise possono essere le risposte relative a un percorso diagnostico e terapeutico. L’utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale ci permetterà infatti di mettere al servizio dei pazienti le scoperte maturate in tutti i campi della scienza per migliorare la qualità della vita e il benessere della comunità”.

Per Vincenzo Valentini, vicedirettore scientifico Policlinico Gemelli Irccs, “adesso sta al Governo pilotare questo passaggio ad una medicina sempre più basata sul digitale che rappresenta una sfida ineludibile, piena di opportunità e di complessità ma che può essere una risposta per garantire una sostenibilità del sistema a 360°”.