Medicina

Sindrome post covid, da Codogno risposte agli effetti a lungo termine

Supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi rappresentano l’approccio principale

In questi mesi si è riscontrato come il Covid 19 sia una malattia che può avere delle conseguenze importanti. Quando si parla di “sindrome post-Covid”ci si riferisce al persistere di sintomi più o meno debilitanti dopo la fase acuta della malattia e la negativizzazione dei test virologici.

In Italia sono quasi 2 milioni e mezzo i Long Hauslers  - o Long Covid, ovvero quei pazienti affetti da sindrome post covid - e per i medici hanno un identikit ben definito: si tratta di quei soggetti che, dopo aver contratto il Covid ed essersi negativizzati, mostrano ancora una serie di problemi fisici e psichici importanti. I sintomi più comuni che caratterizzano la sindrome post-covid sono: stanchezza cronica, dolori muscolari, difficoltà respiratorie, problemi cardiaci. Tutte problematiche che in molti casi rimangono per diversi mesi dopo la guarigione e che quindi possono risultare debilitanti, abbassando la qualità di vita e impattando sulle performance lavorative dei soggetti coinvolti.

Questo stato di malessere persistente colpisce il 50 e l'80% di coloro che sono usciti dall'infezione, indipendentemente dal livello di gravità con cui ne siano stati colpiti.

Per un recupero ottimale diventa quindi necessario un ulteriore percorso terapeutico.
Un adeguato programma di riabilitazione personalizzata (respiratoria e motoria), l’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi, associati a un corretto stile di vita, rappresentano l’approccio principale alla Sindrome post-Covid. È importante anche la gestione dei disturbi della sfera psichica di questi pazienti, molti dei quali (fino al 20%) presentano un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress. Infine è bene ricordare come, quando si è convalescenti dal Covid-19, sia necessario non sottovalutare la persistenza di sintomi, anche se lievi, e consultare il proprio medico.

L’esperienza dell’Ospedale di Codogno

Presso l’ospedale di Codogno di Lodi, dove il 21 febbraio è stato scoperto il paziente 1, il Dottor Francesco Tursi, responsabile del reparto di pneumologia dell’ospedale, è tra i primi sanitari in Italia ad ammalarsi. La sua vita è cambiata nel giro di un mese, quando da medico è diventato paziente Covid. Il dottor Tursi, dopo aver vissuto in prima persona la malattia con un ricovero in terapia intensiva e una polmonite molto grave, indica che, nonostante i sintomi della fase acuta siano stati superati, rimangono la paura e una sintomatologia cronica di affaticamento, astenia e difficoltà respiratore caratteristiche della sindrome post-covid.
Infatti, il Dottor Tursi racconta come la sintomatologia post-covid necessiti di un approccio terapeutico e come, dato il razionale scientifico, lui stesso abbia valutato positivamente su sé stesso l’adozione di L-arginina e Vitamina C liposomiale nella sindrome post-covid. 

Infatti, il Dottor Tursi indica che dopo un mese di trattamento con due flaconcini al giorno di L-arginina e Vitamina C liposomiale la sintomatologia post-covid è molto migliorata con una totale risoluzione dell’astenia e delle difficoltà respiratorie.

Questo risultato insieme ad altre esperienze cliniche di utilizzo del prodotto su pazienti post-covid in centri di riferimento a livello nazionale come l’IRCCS San Raffaele di Roma, che ha condotto uno studio di confronto verso placebo, supportano l’utilizzo di L-arginina e Vitamina C liposomiale nei pazienti debilitati e astenici.
Infatti, come sostenuto da una recente review "Vitamin C and cardiovascular disease: an update’’, pubblicata sulla prestigiosa rivista ‘’Antioxidants’’, la Vitamina C rappresenta l’alleato perfetto per l’associazione alla L-arginina.
Inoltre, sia la Vitamina C che la L-arginina sono necessarie per la sintesi di ossido nitrico.

Nella review, la Vitamina C liposomiale viene descritta come il miglior metodo di somministrazione di Vitamina C, in quanto ha una biodisponibilità migliore rispetto alla Vitamina C non liposomiale, evitando i rischi associati alla somministrazione endovenosa. Inoltre, la Vitamina C liposomiale aumenta la concentrazione di Vitamina C nel sangue, quasi raddoppiando la concentrazione ottenibile tramite la forma non liposomiale.

Pertanto, dal momento che, sia la Vitamina C che la L-arginina sono note per migliorare la funzione endoteliale e quindi la perfusione tissutale, è possibile ipotizzare che la loro associazione possa essere sinergica nell'affrontare l’astenia e i sintomi postumi alla guarigione da malattie infettive come quella causata da COVID-19.