Medicina

Tumore al colon-retto, all'Istituto Pascale di Napoli il "bollino di qualità"

Eduardo Cagnazzi

La struttura riceve la certificazione per aver migliorato tutti i passaggi in cui è coinvolto il paziente. E' la prima in Italia ad averla ottenuta per il Pdta

Con la certificazione Iso 9001 arriva il bollino di qualità per la cura del tumore al colon-retto e il primo e per ora unico a riceverlo in Italia è l’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, che diventa l’apripista perché l’assistenza ai pazienti sia la migliore possibile. Con quasi trecento interventi sul carcinoma colo rettale all’anno, il Pascale è la struttura che gestisce il maggior numero di casi di tutta la Campania ed è fra i primi dieci ospedali di tutta Italia per l’assistenza a pazienti con questo tipo di tumore Dopo l’approvazione del Piano diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) da parte della Regione nel 2016, ha intrapreso un cammino di rivalutazione di tutti i passaggi per il paziente per individuare le criticità e mettere a punto nuove soluzioni. Da qui la certificazione Iso 9001, dimostrando di essere un’eccellenza tutta campana nel segno della multidisciplinarietà dell’approccio al paziente e anche della mininvasività, con un posto sempre maggiore che viene e verrà dato agli interventi in laparoscopia.
In Campania si registrano circa 2700 casi di tumore al colon-retto l’anno, il terzo tumore più frequente negli uomini dopo quelli al polmone e alla prostata e il secondo più comune nelle donne dopo il carcinoma al seno. Nella nostra Regione, prima del Sud per numero di interventi, vengono operati oltre 2400 pazienti l’anno: è perciò una patologia che è molto importante riuscire a gestire al meglio”,  spiega Paolo Delrio (nella foto), direttore della Struttura complessa di chirurgia oncologica colon-rettale del Pascale. “La rete oncologica campana ha intrapreso azioni concrete per migliorare l’assistenza di questi malati: con l’approvazione del Pdt per il carcinoma colorettale si è avviato un cammino virtuoso in cui sia sempre più chiaro il percorso del paziente e come e da chi vada gestito ciascun momento della malattia. Questo è prima di tutto un vantaggio per il paziente, che ha finalmente un iter clinico chiaro, e rende inoltre possibile identificare meglio le strutture con le caratteristiche essenziali per una gestione adeguata della patologia, ovvero la multidisciplinarietà dell’approccio e la capacità di offrire interventi mininvasivi come l’asportazione del tumore in chirurgia laparoscopica o l’utilizzo della tecnologia robotica”.

 

Il paradigma 1+1=3

L’Istituto è andato oltre nel percorso verso l’eccellenza, diventando un apripista per tutte le altre strutture della Regione. Ha infatti intrapreso un lungo cammino di rivalutazione del proprio Pdta per il tumore al colon-retto in ogni minima sfumatura, arrivando a ottenere la certificazione Iso 9001,  il primo ospedale italiano a ottenerlo per questa patologia.

Abbiamo voluto definire ogni procedura nel dettaglio, dalla modulistica dedicata agli indici di valutazione del risultato”, aggiunge Delrio. “Ci siamo messi in gioco per essere valutati dall’esterno in maniera critica e indipendente, in modo da offrire ai nostri pazienti un percorso assistenziale che possa garantire il massimo della qualità in ogni momento della malattia, aumentando la sicurezza dei malati e riducendo i rischi”. E Attilio Bianchi, diretre generale dell’Istituto Pascale:“Ci siamo messi in gioco secondo la logica di quello che ormai è diventato il nostro paradigma 1+1=3:  quando c’è sinergia il risultato è sempre maggiore della somma dei singoli componenti. Compartecipazione, collaborazione e condivisione le parole chiave della nostra organizzazione orientata non solo a raggiungere ma ancor di più a consolidare l’eccellenza sia nei percorsi di cura che di ricerca. Eccellenza al servizio dei pazienti, corretta informazione al servizio dei cittadini, il Pascale è voluto ancora una volta uscire dalla collina e scendere in mezzo alla gente perchè #iomicuroalsud non è solo un hashtag ma una realtà”.