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Auto e Motori
CITROËN DYANE: 50 anni e non sentirli

Negli anni ’60 (ma anche molto prima) la 2CV rappresentava per Citroen un brand nel brand. Era una vettura unica nel suo genere, capace di piacere a tutti e di soddisfare tutte le esigenze possibili e immaginabili: stile, classe, eleganza, comfort di viaggio, affidabilità, guidabilità, praticità e piacere di guida. La 2CV era adatta a tutti, giovani e vecchi, studenti e lavoratori, single e famiglie. Tuttavia, negli anni ’60 nasceva l’esigenza di ringiovanirla, magari affiancandogli una versione un po’ più potente e dinamica. 

Fu così che, bel 1967, nasceva Dyane un modello più veloce, comodo, spazioso, con una carrozzeria dalle linee tese (frutto della matita dello stilista Louis Bionier), che disponeva di un pratico portellone posteriore ma conservava l’ampia capote della 2CV ora dotata di un sistema d’apertura semplificato, azionabile anche dall’interno della vettura.

 

La Dyane Andava dappertutto

 

La Dyane poteva ospitare comodamente quattro passeggeri ai quali garantiva un’ottima visibilità e spazio a volontà, soprattutto fra le gambe. La sua altezza da terra, poi, insieme al grande comfort assicurato dalla morbidezza delle sospensioni ne permettevano l’utilizzo anche su strade dissestate o addirittura laddove le strade non esistevano proprio.

Su strade asfaltate, Dyane filava via liscia e sicura, grazie alla sofistica sospensione interconnessa, morbida e precisa, coricandosi in curva ma senza mai staccare le ruote da terra e grazie ad una aerodinamica piuttosto curata, garantiva ottime medie anche in termini di velocità.

 

Meccanica super collaudata

 

La meccanica, derivata ovviamente da quella collaudatissima della 2CV, era straordinariamente solida: la trazione era anteriore, il motore boxer bicilindrico di 425 cc era raffreddato ad aria, l’accensione era comandata direttamente dall’albero a camme, l’alimentazione avveniva tramite un carburatore che sfruttava la ventola di raffreddamento per aumentare il volume d’aria immesso nei cilindri. Come sulla 2CV, in caso d’emergenza era possibile avviare il motore con una manovella esterna, da inserire nell’apposito foro sulla mascherina anteriore.

Contrariamente alle aspettative, però, l’accoglienza in patria di questa Dyane (poi denominata Dyane4) fu piuttosto fredda. Secondo la stampa francese non offriva sufficienti motivi per giustificarne l’acquisto al posto della gloriosa 2CV, ormai diventata una sorta di “monumento nazionale” all’automobile francese.

 

Come far piacere al mondo intero la nuova vettura? 

 

Fu la Filiale italiana Citroen a trovare la soluzione al problema: mettere sotto il cofano della Dyane un motore più cattivo, quello della berlina compatta Ami6. Si trattava sempre di un bicilindrico ma di 602 cc, contro i 425 cc degli esemplari venduti in Francia. La potenza (inizialmente 28 CV, poi 35 CV già nel 1969) spingeva la vettura a sfiorare i 120 chilometri all’ora, che si raggiungevano in quarta marcia ben al di sotto del regime massimo di rotazione del motore.

Presentata alla Stampa italiana nel 1967, la Dyane6, come fu poi denominata questa versione potenziata, conquistò immediatamente i media italiani che la definirono “nervosa”, “funzionale”, “veloce” ed ovviamente “affidabile e confortevole”.

 

“Dyane: l’auto in jeans”

 

Il grande successo riscosso dalla Dyane nel nostro Paese fu accompagnato anche da una efficace campagna pubblicitaria pensata dalla B-Communications, l’agenzia che seguiva l’immagine di Citroën in Italia, basata su uno slogan semplice e geniale: “Dyane: l’auto in jeans”. Come i jeans, i popolari pantaloni da lavoro che, grazie alla moda Casual che al tempo spopolava, andavano bene per lavorare in cantiere o per andare a cena con gli amici, così la Dyane si trovava a suo agio sia nel traffico delle città sia sulle strade di campagna.

Azzurro e beige furono i colori più popolari sul nostro mercato, ma buone richieste furono anche per lo sgargiante Rouge Mandarin, per l’Orange Teneré o per il vivissimo Giallo Calabria. 

La carriera della Dyane6 terminò nel 1983 con la vendita di un esemplare di colore beige con numero di telaio 83CB5394, proprio là dove era iniziata: in Italia.

 

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