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Contenuti illeciti on line: uno su quattro è fake

Uno studio presentato da ANCMA e INDICAM quantifica in 2,2 miliardi di euro il danno economico potenziale arrecato in due mesi a undici aziende del settore due

Nel corso degli ultimi anni è cresciuta la capacità da parte dei contraffattori di ingannare il consumatore: molto diffusa, ad esempio, è la pratica di hackerare siti regolari inserendo annunci civetta che rimandano in modo automatico a siti compromessi. Spesso, inoltre, gli annunci pubblicati su siti illeciti sono tra loro molto simili o addirittura identici, elemento che porta alla luce un approccio “industriale” alla creazione di siti web compromessi.

Un dato incoraggiante emerge dall’analisi dell’efficacia degli strumenti di brand protection, che consentono di monitorare, rilevare e rimuovere i contenuti illeciti presenti sulla rete: le aziende che li utilizzano riducono sensibilmente, fino ad azzerare, la presenza di prodotti contraffatti su portali e siti internet. Per questa ragione ANCMA e INDICAM chiedono al Governo e al Parlamento, in occasione delle Legge di Bilancio, di approvare una norma che riconosca un credito d’imposta a favore di aziende che vogliano acquisire servizi professionali di monitoraggio e protezione dei propri brand sul web.

Una misura che si pone a sostegno sia delle PMI che delle grandi aziende che si affacciano sui mercati globali, una misura che incentiva gli investimenti in proprietà intellettuale, una misura che garantisce un’effettiva tutela e prevenzione del Made in Italy.

“L’industria delle due ruote – dichiara Paolo Magri, Presidente di Confindustria ANCMA - investe ogni anno milioni di euro per offrire al mercato prodotti di qualità, conformi alle norme europee e internazionali sulla sicurezza dell’utilizzatore finale, tema – quest’ultimo – che riveste un’importanza primaria per il nostro settore. Non è ammissibile che il web sia sommerso da offerte di qualità scadente, proposte da operatori scorretti che si appropriano indebitamente dei marchi delle nostre aziende. Siamo convinti che lo studio che presentiamo oggi insieme a INDICAM, servirà a sollevare l’attenzione nei confronti di un problema, che investe il sistema del made in Italy nel mondo e destinato ad amplificarsi nei prossimi anni. La prossima legge di bilancio potrebbe offrire l’opportunità di introdurre un’agevolazione fiscale per l’acquisto di servizi specialistici di brand protection a favore delle imprese: chiediamo al Governo di ascoltare il nostro appello per accrescere le capacità difensive delle aziende”.

“INDICAM e ANCMA hanno condiviso un percorso comune con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza nel settore produttivo delle due ruote e tra i decisori pubblici dell’importanza di una tutela strategica e strutturata della proprietà intellettuale – afferma Mario Peserico, Presidente di INDICAM –. La proprietà intellettuale è il motore trainante del business delle aziende italiane e dell’economia del sistema Paese che si pone in linea sia con il PNRR sia con le Linee di intervento strategiche sulla proprietà industriale del MISE. Troppo spesso la tutela della proprietà intellettuale viene identificata come un costo sul quale non conviene investire, con il conseguente rischio di esporre l’inestimabile capitale di idee, know-how, estro e creatività che contraddistinguono le nostre imprese, alle attività criminali dei contraffattori.” Non è da dimenticare che il giro d’affari della contraffazione in Italia è di poco meno di 12 miliardi e mezzo di euro, con un danno alle imprese di 935 milioni e all’erario di oltre 10 miliardi. “INDICAM – conclude Peserico – ha da sempre sostenuto l’opportunità di introdurre incentivi per la protezione dell’IP in Italia perché è anche da questo che parte una concreta azione di salvaguardia della distintività e competitività italiane nel mondo”.