Auto e Motori
Dieci titoli! Paolo Andreucci “stella” del motorsport
Tanti sono gli scudetti da lui conquistati nel Campionato italiano rally, il settimo assieme a Peugeot. Il coronamento di 30 anni di carriera a grandi livelli
Basterebbe che il mondo del motorsport fosse come quello del calcio ed ecco che Paolo Andreucci potrebbe ora cucirsi sulla tuta la sua prima stella.
Alla chiusura della stagione 2017 il pilota ha infatti conquistato il suo decimo scudetto nel Campionato italiano rally, il settimo assieme a Peugeot.
Va detto che nessun altro pilota italiano è riuscito anche soltanto ad avvicinarsi a questo risultato, che corona trent’anni di carriera agonistica sempre ai massimi livelli.
“È superfluo dire che sono emozionato - afferma il dieci volte campione italiano - per aver centrato questo importante obiettivo, per di più insieme a Peugeot con cui abbiamo costruito qualcosa di importante nel mondo dei rally italiani. Che dire di più? Il decimo titolo mi ricorda che corro da trent’anni. Tanti da un certo punto di vista, pochi tenendo conto che gareggiare mi diverte ancora. Il futuro? Chi lo sa. Di certo, mai dire mai”.
E’ soddisfatto, Andreucci, e il suo commento nel merito della stagione della stella lo conferma. “Il Rally del Ciocco - dice - era per me la gara di casa. Siamo partiti con i soliti dubbi sulla competitività degli avversari. Primi metri della stagione veramente disastrosi, la prova spettacolo è stato un susseguirsi di piccoli errori. Era venerdì sera e pareva veramente un esordio stregato, tanto che in pochi metri ero riuscito ad accumulare un ritardo quasi da fine gara”.
“Poi il sabato - aggiunge - abbiamo inanellato una “speciale” dietro l’altra e ci siamo portati a casa una vittoria di tappa di prepotenza. Anche nella seconda prova siamo partiti forte, ma sul più bello abbiamo avuto una noia tecnica al motore che ci ha obbligati al ritiro. Siamo rimasti con l’amaro in bocca quando già assaporavamo il bottino pieno”.
E il Rally di Sanremo “Siamo partiti in testa - ricorda Andreucci - e ci siamo rimasti fino alla fine. Avevamo tanta voglia di riscatto dopo l’esordio e, assieme al Salento, è stata sicuramente una tra le migliori gare della stagione. Sanremo, poi, ha sempre un fascino particolare. Alla fine della prova notturna abbiamo avuto la conferma dei progressi della nostra 208 T16 sull’asfalto. Ottima l’auto e perfette le gomme in una gara in cui il meteo è cambiato più volte nel corso delle speciali”.
Poi la Targa Florio, con tanta tristezza per la perdita di amici. Il pilota ammette: “Una brutta pagina di questa stagione e per il rally”.
“Al Rally dell’Adriatico siamo arrivati molto timorosi - continua Andreucci - Le due gare su terra della scorsa stagione erano state disastrose. L’Adriatico, poi, è una gara con cui storicamente non ho avuto mai un grande feeling. Nonostante qualche piccolo sviluppo e il miglioramento in termini di performance non si può dire sia stata una prova entusiasmante, ma siamo comunque riusciti a prendere punti importanti per il campionato”.
Quindi il Rally del Salento. “Era una gara molto temuta - spiega - con tutte le ripartenze praticamente da fermo su cui la nostra 208 T16 avrebbe dovuto un po’ soffrire rispetto alla concorrenza. Ma come a Sanremo abbiamo fatto bene, vincendo molte prove speciali. Alla fine una vittoria di prepotenza che aveva un grosso peso specifico, visto il coefficiente 1,5. Lì abbiamo iniziato a capire di essere quelli da battere per il titolo. Lo capisci perché proprio a Lecce sotto il podio finale abbiamo iniziato a fare i conti di come avremmo dovuto gestire le gare seguenti, dove avremmo dovuto prenderci qualche rischio e dove avremmo dovuto essere conservativi. Direi un grande rally e una grande soddisfazione”.
Altra pagina il Rally di San Marino. “Ci siamo difesi in una gara rovinata dalle cattive condizioni della strada - osserva il pilota - per aver fatto correre dei fuoristrada sulle strade del rally. Abbiamo patito due forature, pur cercando di non prendere rischi. Nonostante questo, una toccata nell’ultima speciale avrebbe potuto fare danni maggiori. Con il senno di poi, ci siamo portati a casa i punti fondamentali per il tricolore”.
E’ stata poi la volta del Rally Roma Capitale. “Volevamo ottenere di più - afferma - ma qualcosa non è andato per il verso giusto. La prima tappa è stata sul filo dei secondi, con un meteo particolare e condizioni non ottimali. Avremmo voluto attaccare nelle ultime prove, ma la gara è stata neutralizzata. Il secondo giorno c’è caduta subito una tegola in testa a causa della rottura di un leveraggio di rinvio del cambio sulla prima “speciale”, dove sono venute meno le nostre velleità di vincere la tappa. Alla fine ci siamo portati a casa due terzi posti che ci hanno consentito comunque di arrivare all’appuntamento decisivo di Verona primi in classifica generale con qualche punto di vantaggio”.
E il Rally 2 Valli? “Una gara da dentro o fuori - risponde - L’abbiamo sicuramente preparata al meglio, ma quando un tricolore intero lo decide una gara secca e tutto si azzera, la tensione o i piccoli episodi possono diventare arbitri del risultato finale, anche se hai il pacchetto migliore o se sei in testa al campionato. Abbiamo messo in campo performance, decisi a condizionare la gara già in Tappa 1, che abbiamo vinto, per poi amministrare il secondo giorno. E così è stato”.
“Anche se guidare non per fare risultato ma per controllare non è sempre facile - conclude Andreucci - la festa sotto l’Arena per celebrare il decimo titolo è stato tra i momenti più importanti della mia carriera”.