Auto e Motori

Il 70% degli italiani vorrebbe un’auto ibrida o elettrica.

In uno scenario in continua evoluzione gli italiani vogliono auto più sostenibili, connesse e smart. Il 70% degli italiani vorrebbe un’auto ibrida o elettrica

È quanto emerge dal Global Automotive Consumer Study 2022 di Deloitte: più del 60% è interessato ad auto ibride o elettriche per ridurre il proprio impatto ambientale

Giorgio Barbieri, Automotive Leader di Deloitte, nel presentare lo studio ‘The Future of Mobility – Ripensare i modelli passati per guidare la mobilità del futuro’ ha dichiarato: “I cambiamenti in atto nel settore automotive richiedono un profondo ripensamento del concetto stesso di auto, attraverso una trasformazione dei modelli di business e delle dinamiche competitive lungo l’intera catena del valore. Oltre al profondo cambiamento sul versante produttivo del settore, anche le aspettative dei consumatori si sono evolute velocemente dall’irruzione della pandemia. Ecco perché anche quest’anno abbiamo indagato il sentiment dei consumatori e abbiamo scoperto cosa si aspettano gli italiani dal settore auto”.

Gli italiani si dimostrano sempre più interessati all’offerta green, ha proseguito Barbieri: “In linea con i principali trend sul mercato, il nostro studio rileva un interesse crescente verso i modelli di auto più ecologici e tecnologicamente all’avanguardia”. Il 69% degli italiani, infatti, preferirebbe un veicolo elettrico o ibrido rispetto a uno tradizionale. Una percentuale molto elevata e che supera tutti altri Paesi europei (Germania 51%; Francia 52%; UK 53%, Spagna 65%).

Ha aggiunto Barbieri: “La spinta green degli italiani è confermata anche da un altro dato: la maggior parte di coloro che vorrebbe un’auto ibrida o elettrica è spinto dal desiderio di diminuire il proprio impatto ambientale (63%). Significativa, ma inferiore, la percentuale di chi è spinto a questo tipo di consumo dalle aspettative di minori costi si alimentazione (55%) e di manutenzione (31%) per il proprio veicolo”.

L’Automotive Leader di Deloitte ha dichiarato inoltre: “Oltre a essere più green, la mobilità del futuro diventerà sempre più ‘smart’. I benefici della sostenibilità ambientale possono infatti essere ulteriormente arricchiti e potenziati dall’integrazione di tecnologie digitali sempre più sofisticate a bordo dei veicoli”. Per esempio, la maggior parte dei consumatori italiani si dichiara interessata a una condivisione di dati che consenta di ridurre la congestione del traffico migliorando la viabilità stradale (63%), nonché di minimizzare i consumi e la manutenzione del veicolo (62%).

Barbieri ha proseguito ancora: “Per le case produttrici si tratta di un importante fattore distintivo su cui puntare. L’adozione di tecnologie 4.0 e di connettività (es. intelligenza artificiale, connessione 5G, IoT, Realtà aumentata) saranno essenziali per centrare un duplice obiettivo. Da un lato, ottimizzare le performance dei veicoli, sfruttando sensori avanzati di sicurezza e assistenza alla guida; dall’altro, rendere più distintiva la propria offerta di mercato”.

Dunque, la componente digitale e tecnologica sarà sempre più importante per differenziarsi dai competitor e conquistare nuove fette di mercato. A questo proposito, la ricerca di Deloitte rileva che 6 italiani su 10 sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo per usufruire di servizi di infotainment, ma anche per avere sistemi digitali per prenotare e pagare un parcheggio (56%), ottenere aggiornamenti software (54%) o beneficiare di offerte promozionali per servizi e prodotti connessi all’itinerario percorso (44%). Al riguardo Barbieri ha precisato: “Un sovrapprezzo che nel caso degli intervistati italiani si aggirerebbe su un valore massimo di 400 euro”.

Conclude Barbieri: “L’evoluzione della mobilità del futuro sarà guidata dal miglioramento di macchine non soltanto più ecologiche, ma anche dotate di livelli crescenti di automazione, connettività e capacità di offrire servizi personalizzati e a valore aggiunto per gli utenti. Uno scenario pieno di sfide e implicazioni strategiche che avrà un impatto su tutte le categorie del settore: dalle case automobilistiche, ai fornitori di componentistica, fino ai concessionari”.