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Politica
1941/2021: quando l'Italia raggiunse una specie di massima espansione territoriale (e perfino un improbabile encomio dell'Economist)

Draghi, Italia e l'elogio dell'Economist

Era solo pochi anni fa, e ce ne siamo già scordati. Magari non proprio tutti ce lo siamo scordati eh. Così come non ci scorderemo le parole dell'Economist, la rivista finanziaria inglese, che ora descrive l'Italietta come "paese dell'anno" e Mario Draghi come"un premier competente e rispettato a livello internazionale con una maggioranza che ha sepolto le divergenze a sostegno di un programma di profonde riforme". Eh, se lo dicono gli inglesi, che sono quelli che si oppongono ai totalitarismi, sarà vero. Peccato che neanche gli inglesi, e nemmeno nelle figure di loro autentici eroi nazionali, ci abbiano mai capito una beatissima fava dell'Italia, paese certamente al sommo grado di incomprensibilità ab ovo per gli italiani, figuriamoci per i perfidi albioni.

In cauda venenum facciamo così; oltre all'Economist ricordiamoci anche le alate parole di due personaggini di pregio, non certo accusabili di essere dei cretini, ma neppure di essere degli IPSE DIXIT (come sarà invece pure l'Economist, per carità, non ci permettiamo di dubitarne).  Nel 1927 Mussolini ricevette Winston Churchill a Palazzo Chigi; un Churchill che allora era ministro delle Finanze del governo britannico. In quella occasione Churchill dichiarò alla Stampa:

"... è perfettamente assurdo dichiarare che il governo italiano non si posi su una base popolare o che non sia sorretto dal consenso attivo e pratico delle grandi masse...". E su Benito aggiunse: "... è facile accorgersi che l’unico suo pensiero è il benessere durevole del popolo italiano..."In quegli stessi giorni George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925, forse con maggior acume, scrisse sul Daily Mail: "...il popolo era tanto stanco dell’indisciplina e della vacuità parlamentare, che sentiva il bisogno di una tirannia efficace. L’onorevole Mussolini è il suo adorato tiranno".

È proprio vero che le bugie mica hanno le gambe corte; le hanno ben lunghe invece. E forse, tra molti anni, ancora una volta quelle gambe lunghe ci porteranno alla ulteriore disfatta, e forse anche alla conseguente sconfitta degli adorati tiranni. Anche stavolta non saremo soli, nella probabile caduta, per magrissima consolazione.Per tacer dei defedati, of course.

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