80 euro di Renzi: ma sono veramente una "mancia"?
Ma gli 80 euro sono veramente una mancia?
Di Roger Abravanel
meritocrazia.corriere.it
In questi giorni Matteo Renzi si è trovato a a difendere la manovra degli 80 euro , fortemente attaccata dalle opposizioni che la hanno definita una " mancia".
Matteo Renzi ha risposto a questi attacchi dicendo che non si tratta di una mancia perchè ,per chi guadagna 1000 euro al mese, 80 euro in più sono importanti .
Ma la risposta è debole. Resta il dubbio di fondo che sia stata una iniziativa per comprarsi i voti. Anche perché è stata definita come un " bonus" , una forma di regalia. Seguita dal " bonus cultura" e dalla eliminazione della tassa della prima casa, che hanno aumentato i sospetti.
Il problema è che se si tratta di " bonus", allora i cittadini che non li hanno ricevuti , si domandano " perché a loro ?" . Perché non agli incapienti? e ai poveracci che perdono tutto in un terremoto? E la risposta del premier che " non ci sono abbastanza soldi per tutti" non soddisfa.
Quest' approccio apre una autostrada al " reddito di cittadinanza " dei 5 stelle, che non è praticabile, ma almeno non fa distinzioni ed evoca un diritto .
La ragione, politica ed economica, della scelta sugli 80 euro è un'altra, e andrebbe spiegata agli italiani. Gli 80 euro non sono una mancia perchè non sono un regalo del governo ma uno sconto sulle tasse: sono soldi che gli italiani hanno guadagnato e che il governo non preleva. Sono un atto di giustizia fiscale perchè la tassazione effettiva sui lavoratori di reddito medio e medio-basso è molto alta in Italia, ma i servizi sociali ( asili nido , assistenza agli anziani) che questi lavoratori ottengono in cambio sono ancora mediamente scarsi . Tutto ciò mentre l'evasione fiscale tra i lavoratori autonomi continua ad essere altissima. E poi sono in linea con il rilancio della morale del lavoro. Infine, come ormai dimostrato da ricerche indipendenti, hanno fatto consumare di più chi li ha ricevuti e hanno dato una spinta alla crescita della economia.
La carta della comunicazione semplicistica, non è più percorribile politicamente da chi sta al governo. Brexit e Trump lo dimostrano chiaramente. Il quadro politico occidentale si sta riassestando lontano dai vecchi schemi destra-sinistra. Oggi la lotta è tra chi è contro il sistema e chi , in un modo o nell'altro ne fa parte e sembra chiaramente incapace di raccogliere le passioni di elettori amareggiati , disgustati dalla dilagante corruzione e dalla crescente ineguaglianza. Chi è contro può promettere di tutto ed essere votato perchè agli elettori interessa solo "mandare tutti a casa" .
Per confrontare questo mega cambiamento socio- politico è assolutamente necessario uno scatto morale e nel modo di comunicare le proprie scelte da parte della leadership.
Gli 80 euro difendevano il lavoro, la fedeltà fiscale e le classi meno abbienti (e lo hanno fatto contribuendo anche alla crescita), ma la comunicazione un po' da televendita, a cominciare dal parlare solo delle cifre e non del principio, li ha fatti diventare una " mancia".
Se qualcosa è mancato al governo Renzi è stato proprio il non continuare sulla stessa strada della giustizia fiscale degli 80 euro. Togliere l’imposta sulla prima casa riduce le tasse sul capitale e lascia meno spazio per ridurre ancora quelle sul lavoro, come invece hanno fatto gli 80 euro.. L'evasione fiscale resta alta, mentre di riforme che aumentano l'equità e contribuiscono alla crescita come gli 80 euro e il job act, se ne sono viste poche.
Ma riprendere il cammino delle riforme che agiscono in concreto sulla riduzione della ineguaglianza e stimolino la crescita non basta.
È fondamentale un cambiamento radicale nel modo di spiegare le scelte fatte dal governo, che in democrazia non è solo un fatto di forma, perché è la base del consenso degli elettori. Gli italiani non sono stupidi e se si danno dei soldi ("bonus") o si fanno iniziative che privilegiano delle classi sociali e professionali specifiche, bisogna spiegare perchè a queste e non ad altre.
Altrimenti diverranno sempre delle " mance" davanti alle opposizioni che promettono soldi a tutti Presto gli italiani, e il governo, affronteranno lo snodo cruciale del referendum costituzionale. Gli argomenti pro e contro per lo più presentati finora non sembrano toccare il cuore del problema: mischiano referendum e legge elettorale, non parlano del cambiamento del ruolo delle regioni (forse più importante di quello del senato), ipotizzano improbabili derive autoritarie per il fatto che il governo debba ricevere la fiducia da una sola camera e non da due. Renzi è ancora in tempo per parlare agli italiani della sostanza della scelta che devono affrontare.