Politica

Aborto sì, Cannabis no: come sono andati i referendum negli Usa

di Stefano Marrone

Gli americani hanno approvato sette referendum su dieci a favore dell’aborto ma in Florida hanno bocciato il quesito sulla cannabis legale

Referendum sull'aborto, flop in Florida: resta anche il divieto della cannabis

Non solo Casa Bianca. Come sempre quando si vota per eleggere il Presidente, negli Stati Uniti si accorpano più elezioni in un mastodontico “Election Day”. Differentemente da quanto accaduto con il flop di Kamala Harris – che pure del diritto all’aborto aveva fatto un suo cavallo di battaglia - le urne locali hanno sorriso agli elettori progressisti. In dieci stati americani si votava per inserire la possibilità di interrompere legalmente la propria gravidanza in Costituzione: soltanto tre hanno bocciato la proposta. L’unica nota negativa per i Democratici è stata la bocciatura del referendum sulla legalizzazione della cannabis ricreativa in Florida.

Sette Stati su dieci hanno detto sì all’aborto

Ieri in dieci stati americani gli elettori erano chiamati anche a votare per inserire il diritto all’aborto nelle rispettive Costituzioni statali. Lo scopo era proteggere la possibilità di interrompere legalmente e in sicurezza una gravidanza, dopo la storica sentenza con cui nel 2022 la Corte Suprema l’aveva eliminato a livello federale. In Arizona, Colorado, Maryland, Missouri, Montana, Nevada e New York i sostenitori del diritto all’aborto hanno ottenuto una vittoria, nonostante vari gruppi anti-aborto avessero cercato di fermare o boicottare i referendum negli ultimi mesi.

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Un notevole cambiamento sull’aborto

In alcuni di questi stati, la vittoria rappresenta un cambiamento significativo. Per esempio, in Missouri l’aborto è attualmente vietato con poche eccezioni; grazie al referendum, la Costituzione statale dovrebbe essere modificata per includere «il diritto alla libertà riproduttiva», anche se non è ancora chiaro come sarà implementato in legge. In Arizona, dove oggi è vietato abortire dopo la quindicesima settimana, il cambiamento alla Costituzione sposterà il termine tra la 23esima e la 24esima settimana, punto in cui generalmente si considera che il feto possa sopravvivere fuori dall’utero. In altri stati dove l’aborto è già legale, come il Nevada (fino alla 24esima settimana), il Colorado, il Maryland, il Montana e New York, i referendum mirano principalmente a prevenire eventuali limitazioni future.

Dove i referendum non sono passati

Invece, in tre stati con una forte maggioranza repubblicana, i referendum non hanno avuto esito positivo. In Florida, dove l’aborto è vietato dopo la sesta settimana con rare eccezioni — un periodo in cui molte donne non sanno ancora di essere incinte — il referendum non ha raggiunto il quorum necessario. In South Dakota, il 51,06% degli elettori ha votato contro l’estensione del diritto all’aborto, mantenendo una legislazione molto restrittiva. In Nebraska, l’unico stato con due referendum sull’aborto — uno per mantenere la normativa attuale e uno per estendere il diritto all’aborto fino alla 24esima settimana — ha prevalso il primo, che consente l’aborto solo fino alla 12esima settimana e oltre solo in caso di emergenze mediche o se la gravidanza è frutto di stupro o incesto, una legge simile a quella italiana.

Niente cannabis legale in Florida

In Florida il flop è stato doppio. Al mancato raggiungimento del quorum sul referendum per inserire l’aborto in Costituzione dello Stato, si è aggiunta la bocciatura del referendum sulla legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo. La Florida ha provato a diventare uno dei più grandi e popolasti Stati degli Usa – dopo California e New York – in cui è possibile assumere marijuana senza ricetta medica. Anche in questo caso il quorum del 60% non è stato leggero. Gli abitanti della Florida potranno consolarsi andando in Colorado, dove la cannabis ricreativa è legale dal 2011.