Politica
Aboubakar Soumahoro, l'esperimento genetico della gauche caviar: il caso
Il caso dell'ex sindacalista continua a far discutere: ecco chi sono i "mandanti" della costruzione mediatica di chi voleva "sovvertire il mondo"
Aboubakar Soumahoro, tutte le "colpe" della Sinistra e di Fratoianni
E così Repubblica, la Stampa, Domani, il Manifesto cominciarono a santificarlo. Il capolavoro fu poi perfezionato da Verdi e Sinistra che per acchiappare qualche voto degli ingenui -che sono sempre pronti ad abboccare all’amo- lo ha portato in Parlamento e da lì poi tutti i noti show, dai già citati stivaloni lordi alla Camera (poi hanno dovuto naturalmente pulire i lavoratori della cooperativa, ma a lui che gli frega), al duetto con Giorgia Meloni che osò dargli del “tu” e si scordò che era “laureato”.
L’epilogo triste domenica pomeriggio quando Soumahoro è apparso in lacrime contrito e contriente in un video su Fb in cui dava sfogo alla sua eclettica teatralità. Ora è iniziato lo scaricabarile a sinistra, dove nessuno vuole prendersi la responsabilità. Da quelle parti devono essersene accorti perché anche il direttore di Domani, Stefano Feltri, ha dovuto scrivere un rapido editoriale di riparazione dall’esemplificativo titolo: “Il caso Aboubakar Soumahoro è un problema per tutta la sinistra”.
Anche la CGIL e il PD prendono le distanze e pure il Vaticano lo mazzola. Infatti il responsabile della Caritas pugliese - don Andrea Pupilla- ci mette il carico da undici: “Siamo stati accusati da Soumahoro, noi e altre organizzazioni, sindacati e associazioni, di lucrare sui campi dei migranti. Sentire questi attacchi e sapere poi dell’inchiesta sulle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera mi ha amareggiato. Il suo atteggiamento è stato per lo meno incoerente“.
E poi ancora: “Quando è stato candidato, ho scritto personalmente all’onorevole Fratoianni in privato, dicendogli che stavano facendo un autogol, ma naturalmente non mi ha risposto: evidentemente ha prevalso il racconto virtuale del leader di una nuova sinistra”. Fratoianni ancora lo difende, mentre Bonelli dice che “faremo chiarezza”, ma gli conviene fare in fretta perché se no il cerino acceso resta in mano a loro.