Politica

Governo, Renzi senza mezzo Ncd. Ecco perché ha preso Verdini...


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


"Via dal governo o formerò un mio gruppo al Senato". Le dimissioni di Gaetano Quagliariello da coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra confermano quanto Affaritaliani.it scrive da qualche settimana. All'interno di Area Popolare circa la metà dei parlamentari non condivide la scelta di Angelino Alfano di "consegnarsi" a Matteo Renzi, magari per entrare un giorno nel Partito della Nazione.

L'ex ministro delle Riforme guida proprio quella parte di Ncd che intende restare tra i moderati ed essere alternativa al Partito Democratico. In realtà - dicono in Parlamento - a contestare Alfano sarebbero soprattutto quei deputati e senatori centristi ai quali non sarebbe stata garantita la rielezione nelle liste del Pd (o del PdN). Fatto sta che sul procinto di lasciare Area Popolare e passare all'opposizione sarebbero 14-15 senatori Ncd - tra i quali certamente Carlo Giovanardi - che potrebbero formalizzare lo strappo con Alfano e con Renzi sulle unioni civili. Il ministro dell'Interno si oppone al progetto del premier sulle coppie di fatto ma, anche se dovesse essere approvato con i voti dei 5 Stelle, non uscirebbe dall'esecutivo.

A questo punto, considerando lo strappo di quasi mezzo gruppo Ncd a Palazzo Madama (in tutto sono 33 considerando anche chi proviene dall'Udc) si capisci perfettamente perché il presidente del Consiglio ha caldeggiato e per nulla osteggiato l'operazione di Denis Verdini. Il sostegno del gruppo Ala al governo serve proprio per sostituire i dissidenti alfaniani. I tredici senatori verdiniani (il numero potrebbe salire con altri ingressi, "guarda caso", sempre da Forza Italia) serve proprio a non far venire meno la maggioranza a Renzi al Senato. Il premier, comunque, può anche contare sulle tre senatrici di Flavio Tosi, che ha ormai schierato il movimento Fare! al fianco del Pd e dell'esecutivo.