Politica
"All'Ucraina soldi, non armi". Berlusconi e Tajani stoppano Meloni
Nuova bufera sul governo: per FI la pace tra Mosca e Kiev passa per lo stop all'invio di armi all'Ucraina da parte dell'Occidente
Ucraini, Lavrov: "Situazione simile alla crisi dei missili a Cuba"
Nel frattempo sul campo continuano le tensioni tra Russia e Ucraina sulla recente decisione da parte di Mosca di sospendere l'accordo sul grado. A intervenire oggi è anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che dichiara che "l'attuale situazione in Ucraina è simile alla crisi dei missili di Cuba, perché vi sono minacce dirette alla nostra sicurezza ai confini della Russia".
Ucraina, Kiev: "Il blocco dell'accordo del grano rende l'export impossibile"
Intanto, il blocco da parte russa dell'accordo sui corridoi del grano nel mar Nero rende "impossibile" l'esportazione di cereali ucraini. Lo denuncia su Twitter il ministro ucraino delle Infrastrutture, Oleksandr Kubrakov, mostrando le immagini della nave Ikaria Angel dell'agenzia Onu del Wfp, "che doveva partire oggi dall'Ucraina con 40 tonnellate di grano". Il carico, precisa, "era diretto agli etiopi, che sono sull'orlo della carestia". "L'unica realistica proposta di pace è che la Russia metta immediatamente fine alla guerra in Ucraina e si ritiri oltre i confini del 1991". Lo ha scritto su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleh Nikolenko, dopo il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, ha dichiarato oggi che la Russia è sempre pronta a negoziare con l'Ucraina. Secondo Nikolenko, rilanciato da Ukrainska Pravda, chi vuole negoziare non distrugge l'infrastruttura energetica del paese invaso, non bombarda area civili, non compie esecuzioni di massa di civili, non annuncia mobilitazioni militari e non blocca l'esportazione del grano. Con i confini del 1991, s'intendono quelli al momento dell'indipendenza dell'Ucraina, Crimea compresa.
Ucraina, Cremlino: "Putin pronto a parlare con Biden se ascolta nostre preoccupazioni"
Colloqui fra il presidente russo Vladimir Putin e il collega americano Joe Biden sarebbero possibile se gli Stati uniti ascoltassero le preoccupazioni russe e fossero pronti a discutere di garanzie di sicurezza. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una intervista al canale televisivo Rossiya-1 TV, citata dall'agenzia stampa Tass. Alla domanda su quale potrebbe essere la piattaforma di possibili colloqui fra Putin e Biden, Peskov ha risposto: "Il desiderio americano di ascoltare le nostre preoccupazioni". Ovvero di "tornare alla situazione di dicembre-gennaio e porsi la domanda: cosa offrono i russi, forse non tutto va bene per noi, ma forse dovremmo sederci con loro e negoziare? Voglio dire, le bozze sono state inviate sia a Bruxelles che a Washington", ha proseguito Peskov, parlando dei tentativi di negoziato precedenti all'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio.