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Politica
Alluvione in Emilia Romagna, sul commissario scoglio Mattarella
Sergio Mattarella e Stefano Bonaccini

Giovedì scorso Bonaccini e company, si sono presentati al tavolo di Palazzo Chigi con la stima provvisoria dei danni post alluvione: “8,8 miliardi di euro” da avere dal governo.

Alla richiesta governativa di esibire l’elenco degli interventi stimati, la Regione ha risposto che avrebbe inviato le carte il giorno stesso. Sono passati 7 giorni e l’elenco non si è visto né sul tavolo del governo né su quello della Protezione Civile nazionale. Ora la gente si sta stancando di cantare “Romagna mia”.

Per molte settimane i bookmaker davano Bonaccini-commissario e la nomina di un sub commissario vicino al governo. Escamotage che mostra una certa fragilità del centro destra, in questo caso troppo relazionale e poco deciso. Opzione che non piace neanche a Bonaccini, in fibrillazione: non vuole un controllore che possa fargli le pulci. Si sa, l'Emilia-Romagna è una specie di Cambogia in mano ad amministratori locali che hanno una lunghissima esperienza di controllo capillare del territorio. Avere 8,8 miliardi di euro a disposizione permetterebbe di recuperare terreno dopo il disastro di maggio e presentarsi al voto regionale dell’anno prossimo di nuovo credibili e vincenti.

Ma in questo momento la quotazione Bonaccini-commissario sembra in calo. Il problema per il governo Meloni è come trovare una figura valida senza fare preoccupare Mattarella sulle sorti della sinistra italiana.

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