Antonio Di Pietro candidato al Senato? Renzi dice no ma...
Di Pietro vuole candidarsi da indipendente in Molise
“Finché sarò io segretario dal Pd, il giustizialismo alla Di Pietro non avrà mai una casa nel partito dei riformisti”.
Queste le parole pronunciate poche ore fa dal segretario del Pd Matteo Renzi su Antonio Di Pietro che vorrebbe candidarsi al maggioritario in Senato in Molise.
Antonio Di Pietro si prepara dunque da tempo al gran rientro e lo fa forse da indipendente nel suo Molise nel maggioritario.
I suoi riferimento politici sono il Pd e Liberi e Uguali che definisce “parenti coltelli” e la sua candidatura, appunto da indipendente, potrebbe avere l’effetto di metterli d’accordo e votarlo nonostante Renzi.
Il ritorno di Di Pietro sulla scena politica nazionale non è del tutto indifferente perché al di là dello scranno parlamentare potrebbe rappresentare anche qualcosa di più e cioè di politico.
Intanto occorre chiarire alcune cose che ancora inducono in errore l’opinione pubblica.
Di Pietro non fa più parte dal 2014 di Italia dei Valori, cioè la sua creatura, che lo portò ad essere due volte ministro dei Lavori pubblici e delle Infrastrutture nei governi Prodi.
Attualmente IdV esiste formalmente ancora ed è guidata da Ignazio Messina, ma sono anni che ha percentuali intorno allo “zero virgola”, con qualche eccezione locale.
Diciamo che IdV ha fatto il percorso inverso a quanto invece ha compiuto la Lega Nord con Salvini, dopo Bossi.
Dunque Di Pietro non c’entra più nulla con Idv con cui anzi ha avuto anche toni critici in passato.
Dicevo che l’ex magistrato può rappresentare un cambiamento politico una volta eletto perché attualmente l’area giustizialista è in mano a Grillo e ai Cinque Stelle, con ottimi rapporti con Piercamillo Davigo, e la sua presenza a sinistra potrebbe drenare voti ma, soprattutto consenso politico proprio a scapito dei pentastellati con cui, del resto, Di Pietro ha avuto sempre ottimi rapporti, ma che non hanno mai ricambiato tale predisposizione in termini di aperture politiche o candidature.
Ecco perché Di Pietro che torna in Parlamento può rappresentare un fattore di instabilità proprio per i Cinque Stelle a patto però che l’ex ministro capisca che Grillo potrà essere un amico dal punto di vista privata, ma è invece certamente un nemico dal punto di vista politico.
Tra l’altro, a sinistra c’è carenza di profili provenienti dalla magistratura se si eccettua Pietro Grasso, Presidente del Senato ed ex magistrato che però non è mai associato nell’immaginario politico a tale profilo ed una parte della sinistra giacobina è sicuramente ancora affascinata dal giustizialismo e potrebbe anche tornare indietro sull’appoggio dato ai Cinque Stelle.
Poi, probabilmente, Di Pietro una volta in Parlamento ricostruirebbe un’area politica, una “nuova Idv”, che potrebbe trovare un suo spazio autonomo.
Raggiunto al telefono Di Pietro conferma la sua intenzione di presentarsi come indipendente auspicando l’appoggio di Pd e LeU, ma conferma anche alcune “riserve” su questa candidatura.
D’altro canto le dichiarazioni di Renzi sono molto chiare.
A questo punto pare più percorribile la strada di Liberi ed Uguali dove c’è tra l’altro, qualche malumore proprio per il piglio giustizialista rispolverato da Grasso nella guida del Partito e Di Pietro ad una vecchia volpe come D’Alema potrebbe far comodo per tenere a bada il Presidente del Senato con una mossa a sorpresa.
Resta però il fatto che per essere eletti servono i voti di entrambi i partiti che dovrebbero convergere sull’ ex magistrato di Mani Pulite.
Per ora si aspetta essendo la politica l’arte del possibile.