Politica
Autonomia differenziata, Pagliaro: "Nulla di buono soprattutto al Sud"

Autonomia differenziata, intervista al dirigente nazionale azzurro Paolo Pagliaro: "Regioni di serie A e altre di serie B. E' solo una secessione mascherata"
Autonomia differenziata è l’argomento che sta catturando l’attenzione degli italiani, ne abbiamo parlato con Paolo Pagliaro dirigente nazionale di Forza Italia e responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali, e presidente del Movimento Regione Salento, un uomo che lavora da tantissimi anni su questa materia e che ha una sua idea precisa e ben delineata sull’argomento, è stato tra i primi a parlare di neo regionalismo.
Il 15 febbraio è alle porte, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, la leghista Erika Stefani, incontreranno i Presidenti di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per mettere la firma sull’accordo per l’Autonomia differenziata, cosa ne pensa?
«Parlare di autonomia alla regioni mi ha sempre appassionato e penso che sia la soluzione giusta ma non in questo modo. Penso che la strada che questo Governo ha deciso di percorrere non sia quella giusta. Questa autonomia a corrente alternata non porterà a nulla di buono specialmente per il sud».
Perché? Non potrebbe essere l’inizio di una serie di rivendicazioni da parte di altre regioni?
«No, assolutamente, comunque in ogni caso ci sarebbero regioni di serie A e altre di serie B. Così tanto per iniziare è solo una secessione mascherata».
La soluzione allora quale potrebbe essere?
«Bisogna prendere in serie considerazione l’essenza del Federalismo, questo non lo è. La soluzione è chiara, lampante, è il Federalismo liberale di Carlo Cattaneo già inserito in Costituzione che mette in equilibrio pesi e contrappesi tra poteri dello stato e amministrazioni locali. E subito dopo parlare di fiscalità territoriale. Le aziende devono pagare le tasse dove producono il reddito e fanno anche danni e non portare tutto via dove hanno la sede legale. Se così fosse ci accorgeremmo subito che il sud è stato depredato per anni di risorse, capitali, e tasse, ottenendo in cambio una “questione meridionale” che grida dolore».
Secondo lei c’è una strategia ben precisa da parte della Lega, figlia di un pensiero che hanno sempre avuto, di staccare il nord dal resto della nazione?
«Odio fare dietrologia, non mi appartiene. Mi sono sempre adoperato a trovare le soluzioni mai a pensare ad altro. E la cosa più triste è che la soluzione per evitare questa forma di secessione e per mettere in equilibrio tutti i territori l’abbiamo messa in campo da tanto tempo, e mi intristisce il fatto che Salvini, pur conoscendo il nostro progetto di “Riordino territoriale” presentato come disegno di Legge anche da Giorgia Meloni, non lo abbia mai preso in considerazione e stia proseguendo sulla linea che per il sud sarà devastante».
Riordino territoriale, mettere in equilibrio i territori, perché questi territori avrebbero bisogno di essere rimessi in equilibrio?
«Le sembra normale che ci siano regioni come la Lombardia ad esempio con 9 milioni di abitanti ed altre come il Molise con 310mila o la Valle D’Aosta con 125mila? Questa è l’illogicità di quello che abbiamo sempre avuto e di quello che sta accadendo. Adesso diamo anche tutte le competenze e l’autonomia ad una regione, come la Lombardia, che potrebbe essere il quarto stato d’Europa e tracciamo un solco con i guai di tutte le altre? Il modello giusto è quello svizzero, non questa autonomia che vogliono creare adesso a macchia di leopardo».
Quindi?
«Quindi la soluzione è il riordino territoriale che abbiamo stilato grazie ad uno studio della Società Geografica Italiana. Proponiamo 31 dipartimenti omogenei, di dimensioni ottimali e virtuosi, efficienti, fuori dai privilegi e dagli sprechi, partendo da nuovi statuti e funzioni chiare, creati tenendo conto delle trasformazioni avvenute negli ultimi anni, cancellando, così, in modo definitivo tutto il resto: Province, Regioni e tutti gli enti inutili come le società partecipate, comunità montane, aree vaste, aro, ato, gal, etc.».
Se potesse far arrivare un messaggio a Salvini cosa direbbe?
«La mia proposta è questa, lui la conosce, la apprezza, dovrebbe soltanto metterla in pratica, oppure migliorarla se ritiene che debba essere migliorata, ma il riordino territoriale è l’unica soluzione. Quello di cui mi meraviglio è la passività dei politici della Lega eletti al sud? Non si stanno accorgendo di quello che sta accadendo? Perché non difendono il sud?».