Politica

Autonomia, FI e FdI contro la Lega. Ok non prima del 2025. Governo, è caos

Di Alberto Maggi

Tajani e Meloni vogliono il primo ok in entrambi i rami del Parlamento alle riforme istituzionali e solo dopo ok all'autonomia

Una fetta della Lega, quella storica nordista, pronta alla rivolta

 

“Quando avevamo dato l’assenso al disegno di legge Calderoli avevamo stabilito insieme che l’autonomia differenziata sarebbe stata possibile a condizione di aver definito i livelli essenziali delle prestazioni che la Costituzione dice debbano essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Questi erano i patti, ora Calderoli rispetti gli impegni”. Questa dichiarazione di qualche giorno fa del governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, Forza Italia, è passata quasi inosservata. In realtà, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, è sintomatica di quanto sta accadendo non solo nel partito guidato da Antonio Tajani e fondato da Silvio Berlusconi ma anche in Fratelli d'Italia e a Palazzo Chigi.

Il ministro Roberto Calderoli e il Governatore Luca Zaia (anche ad Affaritaliani.it recentemente) continuano a dire che nel 2024 l'autonomia differenziata sarà legge e sarà in vigore per le prime regioni, come il Veneto, che chiuderanno l'accordo con il governo e il Parlamento. Ma tra gli azzurri e nel partito della presidente del Consiglio non la pensano affatto così. Come dimostrano le parole di Occhiuto. Forza Italia e Fratelli d'Italia, sotto la spinta dei loro parlamentari del Centro-Sud (Tajani e Meloni sono romani, non va dimenticato) intendono frenare l'iter dell'autonomia e soprattutto non dare alcun via libera definitivo alla legge tanta cara ai leghisti tradizionali (forse meno a Matteo Salvini più concentrato sul Ponte sullo Stretto) solamente dopo il primo ok in entrambi i rami del Parlamento della riforma istituzionale che introduce il premierato, vero cavallo di battaglia di FI e FdI che però, essendo una legge costituzionale, a differenza del federalismo ha un iter decisamente più lungo. Quindi, slittamento del via libera definitivo dell'autonomia leghista almeno al 2025, non prima.

Tajani e Meloni non vogliono rischiare di "regalare" alla Lega l'autonomia differenziata e poi, magari, trovarsi trappole e "scherzi" in Parlamento da parte del Carroccio sulla riforme istituzionali che non sono mai state al top delle priorità della Lega. Il pericolo per il governo è che una fetta del Carroccio, quella storica e più nordista, vada in fibrillazione e con la frenata di Tajani e Meloni si metta di traverso su altri provvedimenti. Ad esempio sugli aiuti al Mezzogiorno, anche e non solo sull'attuazione del Pnrr. Insomma, un altro fronte si sta per aprire nella maggioranza di Centrodestra.