Politica
No-autonomia, 500mila firme digitali. La Sardegna impugna la legge Calderoli
Todde a Salvini: "Non saremo la discarica nucleare"
La Regione Sardegna ha varato la delibera con cui impugna davanti alla Corte Costituzionale la legge del Governo sull'autonomia differenziata
Poco dopo mezzogiorno sulla piattaforma del Ministero della Giustizia sono state raggiunte le 500mila firme necessarie per la presentazione del quesito referendario per abrogare la legge Calderoli sull'Autonomia differenziata. Si tratta di un risultato ufficiale, dopo quello anticipato a fine luglio dai promotori sul calcolo delle firme raccolte online e ai banchetti.
"Un risultato eccezionale considerando che la raccolta online è partita il 26 luglio - commenta il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli - Allo stato attuale - aggiunge - possiamo affermare con tranquillità che ci stiamo avvicinando all'obiettivo delle 800.000 firme complessive. Un risultato straordinario e la raccolta firme continua. Avendo tempo fino a fine settembre, l'obiettivo ora è superare il milione di firme. Questa partecipazione dimostra quanto sia sentito il tema della difesa della Costituzione, delle prerogative del Presidente della Repubblica, e dell'unità del Paese contro il tentativo di dividerlo non solo in due, ma in più parti. Mettendo il nord contro il sud".
Intanto la Regione Sardegna ha varato la delibera con cui impugna davanti alla Corte Costituzionale la legge del Governo sull'autonomia differenziata denominata "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'art. 116, terzo comma, della Costituzione". Il provvedimento è stato approvato in tarda mattinata dalla Giunta di Alessandra Todde. Secondo l'esecutivo sardo, il contenuto della legge "appare lesivo per l'autonomia regionale sia nella sua interezza che anche per una serie di specifici motivi che riguardano, in particolare (ma non solo), singolarmente gli artt. 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10 e 11".
Altolà Todde a Salvini, la Sardegna non sarà discarica nucleare
"Mentre il governo Meloni impugna la nostra legge, indispensabile per tutelare e salvaguardare l'ambiente e il paesaggio della Sardegna, leggo con estremo imbarazzo le dichiarazioni del ministro Salvini che vorrebbe trasformare la Sardegna nella discarica nucleare d'Italia". "Siamo tutti abituati alle sparate di Salvini, ma non permetteremo a chi per anni non ha fatto nulla per la Sardegna di trasformare la nostra Regione in una discarica nucleare o in una specie di laboratorio in cui fare esperimenti. Potete starne certi". Così la governatrice della Sardegna Alessandra Todde in un post su Facebook. "La maggioranza uscente - quella composta da Lega e FdI - negli ultimi 5 anni di governo non ha fatto nulla per fermare la speculazione energetica. Tutt'altro - spiega la presidente - Ha dato l'ok definitivo per quasi tutti quegli impianti che oggi diversi esponenti del centrodestra criticano a testa bassa perché 'non necessari e dannosi per il territorio sardo. Sono gli stessi esponenti che continuano a nascondersi dietro l'alibi di un decreto voluto da Draghi - durante un governo di unità nazionale in cui ricoprivo il ruolo di viceministra al Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Giorgetti, allora come oggi ministro ed esponente di punta della Lega - che non hanno minimamente tentato di ostacolare". "Anzi - prosegue Todde -. Gli stessi che oggi si ergono a finti difensori del paesaggio, che sostenevano la precedente giunta e che in realtà vorrebbero regalare ai sardi centrali nucleari e deposito delle scorie. Ora è sempre più chiaro lo scenario: da una parte c'è chi contrasta le rinnovabili perchè più interessato a tutelare le fonti fossili e a sponsorizzare il nucleare. Mentre dall'altra ci siamo noi che stiamo lottando a viso aperto contro la speculazione energetica in nome di una sana, adeguata e giusta transizione ecologica", chiarisce la governatrice.