Politica

Autonomia, Zaia: "Si sta scrivendo pagina di storia inarrestabile in Italia"

''Sull'autonomia si sta scrivendo una pagina di storia che ridarà efficienza a tutta Italia e cambierà pelle alla Repubblica."

''Sull'autonomia si sta scrivendo una pagina di storia che ridarà efficienza a tutta Italia e cambierà pelle alla Repubblica. Oggi è una bella giornata per il Governo e per la compagine politica che lo sorregge e che sta cercando di rispettare la parola data ai cittadini con il contratto di governo. Grazie al Premier Giuseppe Conte, al Vicepremier Matteo Salvini, che non ha mai abbassato la guardia e dovrà ora gestire la partita politica in seno all'Esecutivo, grazie all'instancabile Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Erika Stefani''. Con queste parole, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprime la sua soddisfazione per la svolta data al processo dell'autonomia con la decisione di incardinare l'argomento in Consiglio dei Ministri.

''Siamo totalmente disponibili - aggiunge Zaia - a sederci al tavolo per negoziare l'intesa e per garantire un suo rapido approdo in Parlamento. Un'autonomia che comprende tutte le 23 materie consentite dalla Costituzione, che non toglie ai poveri per dare ai ricchi, che non crea sanità di serie A e serie B, che non prospetta un Paese a due o tre velocità. Che si basa, al contrario, su un impianto solidaristico e responsabilizza definitivamente tutti gli Amministratori rispetto ai cittadini''.

Zaia definisce anche l'autonomia come ''un processo inarrestabile da Nord a Sud, con 12 Regioni che, sulla falsariga del Veneto, hanno già avviato il loro cammino e altre 5 che l'autonomia ce l'hanno già. 
Parliamo di 17 Regioni su 23, il che significa che i cittadini non hanno paura di questa riforma epocale, semmai ce l'hanno alcuni Amministratori che si vedranno chiamati a una vera assunzione di 
responsabilità''. ''Due milioni e 328 mila veneti, il 22 ottobre del 2017 - ricorda Zaia - con una scelta democratica e gandhiana si pronunciarono quasi all'unanimità dei votanti per il sì all'autonomia.
Dare loro risposta era un dovere di democrazia e di civiltà''.