Politica
"Basta stragi annunciate": la base del PD rivolge un appello a Enrico Letta
Partito da Milano un documento che chiede di fare pressioni sul Governo per arrivare un netto cambiamento nei rapporti con la Libia
L’ennesima strage nel mare al largo della Sicilia ha smosso le coscienze dei militanti del centrosinistra milanese, che hanno inviato un appello ai vertici nazionali del Pd, “affinché sia chiaro che non vogliamo che accadano mai più stragi annunciate nel Mediterraneo”, come spiegano i promotori ad affaritaliani.it
“Grazie all’impegno e al coinvolgimento di alcune e alcuni militanti, sono state raccolte in poche ore oltre 190 firme”, aggiungono, precisando che in questo modo si è andati ben oltre l’obiettivo di raccogliere una firma per ognuna delle 130 vite tragicamente terminate lo scorso 23 aprile nell’ennesimo naufragio.
Vittime che, si spiega nell’appello, “si sono aggiunte alla lunga lista di esseri umani che hanno perso la vita in quella che è diventata una fossa comune a cielo aperto”.
L'appello è indirizzato a Enrico Letta e ai rappresentanti del PD in Parlamento e specifica che si è trattato di “un’altra strage annunciata: tutte le autorità europee sapevano da due giorni che nel Canale di Sicilia c’erano tre barconi messi in mare dai trafficanti libici, ma nessuno ha inviato navi per soccorrere i migranti in balia del mare grosso. Una situazione non più tollerabile".
"Noi, militanti del Partito Democratico e di sinistra, chiediamo un netto e rapido cambiamento delle politiche che il nostro Paese sta praticando in Libia".
"Assistere a crimini, violenze, torture, in quei luoghi che altro non sono che campi di sterminio, come se fossero inevitabili, ci rende in qualche misura complici”.
“La nostra è una posizione che afferma un principio che va difeso. Non ci interessa la polemica con chi ha impostato nel passato le nostre scelte, anzi possiamo persino capirne in parte i motivi e immaginarci una buona fede. Ma sono irricevibili, perché in contraddizione con i nostri valori. Vogliamo invece che le nostre politiche cambino subito, nel concreto, qui ed ora. Ci interessa proteggere le vittime e difendere la dignità umana”.
Quindi l’appello rivolge richieste molto chiare ai vertici del PD, chiedendo:
"-Che il PD faccia pressione e che faccia tutto il possibile sul governo perché cambi le politiche con la Libia, sui soccorsi in mare e per permettere alle ONG di svolgere le loro attività di salvataggio;
-Che si superino alcuni accordi con i poteri statali libici, in particolare che si interrompa ogni finanziamento che possa risolversi in un sostegno diretto o indiretto alla cosiddetta guardia costiera libica e a tutte le altre milizie: in sintesi, di non di votare più il rifinanziamento della missione libica in Parlamento;
-Che si denunci la presenza dei mercenari arrivati in Libia dalla guerra siriana e gestiti da Erdogan;
-Che si attivino collaborazioni con le nazioni dalle quali partono i maggiori flussi di migranti verso la
Libia e i paesi di transito, per migliorane con cospicui investimenti gli aspetti sociali più critici;
-Che si accolgano i migranti presenti in Libia ad oggi, con una grande operazione umanitaria. Essi dovrebbero essere accolti dalla Unione Europea ma, poiché questo risultato appare per ora difficile da raggiungere ed il numero assoluto degli interessati è complessivamente modesto, si deve agire anche da soli;
-Che si attivino i corridoi umanitari e che si apra ai permessi di soggiorno per motivi economici”.
Richieste sottoscritte da militanti, giornalisti e amministratori, alle quale si può aggiungere il proprio nome scrivendo a: bastastragiannunciate@gmail.com.
Sul tema è intervenuto anche Massimo Cacciari, che a Radio Cusano Campus ha detto: “L’Europa non ha fatto nulla, non ha risolto in nessun modo la questione, il covid ha tacitato gli altri problemi. All’europeo medio oggi interessa solo il Covid, ogni giorno muoiono migranti annegati esattamente come prima, ma noi abbiamo il covid. L’UE non ha fatto nulla per organizzarsi dopo i disastri politici ed etici. Funziona così, dopodichè ci meravigliamo di Orban e dei polacchi che contestano esplicitamente i nostri modelli di democrazia? Se la nostra democrazia non risolve i problemi, perché gli altri dovrebbero seguirci?”.