Politica
Berlusconi, da Ruby a FI: il ricordo di Silvio nelle lettere di Affaritaliani
Berlusconi se n'è andato, dritto in paradiso per alcuni, in purgatorio per altri, per nessuno all'inferno, almeno credo. Il suo ricordo nelle lettere di Affari
La prova? Ce ne sono due. La prima è che se dipendesse dalla sua volontà, non si sarebbe mai messo nelle condizioni di dare un dispiacere alla famiglia, che ama profondamente, e disgusto agli italiani che pure ama profondamente. La seconda è che, pur essendo consapevole d'essere sotto l'occhio vigile dei magistrati, ha continuato a dare sfogo ai suoi desideri per les jeunes filles en fleur. E volete che il Cavaliere non conosca il proverbio "Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino"? Grave colpa è invece la sua ostinazione a non dimettersi. Le dimissioni, infatti, dipendono dalla sua volontà (Affaritaliani 31 gennaio 2011).
Silvio è come la mamma
Ma si può? Si può leggere o anche solo sfogliare un libro sulla cui quarta di copertina è scritto: "La relazione che Berlusconi ha costantemente attuato con il suo elettorato è infatti una relazione materna di accudimento. È la stessa relazione che una madre benevola instaura nei confronti del proprio figlio piccolo, molto piccolo, che si lamenta. È una relazione di ascolto e di presa in carico". Si può? Se fosse vera una corbelleria del genere, alla luce degli ultimi accadimenti bisognerebbe necessariamente pensare che il Cavaliere ha sofferto di una grave depressione post-partum. Il libro, che non ho letto e neppure sfogliato, s'intola: "Madre Silvio" e l'autore è Alessandro Amadori. (Affaritaliani 14 ottobre 2011)