Politica

Berlusconi, meglio "presidente emerito". Ecco perché non merita il Quirinale

Di Paolo Diodati

Accelerazione tattica del presidente di FI nello spostarsi a sinistra per il red-pass vero il Colle. L'ennesima capriola, ma il "phisique du role" non gli regge

E, ancora, quello delle nove prescrizioni, il Caimano, il Garante della Prostituzione, quello delle leggi ad personam (per sé stesso), il Re sole (nel senso che dà le sole...) ma anche il più grande perseguitato politico della storia, dai fedelissimi difensori, che arrivano oggi a proporlo come Presidente della Repubblica.  Fossi uno contento per la sua elezione al Colle, ma non lo sono, farei questo discorso che non so se qualcuno dei suoi abbia fatto: Berlusconi è stato visto e votato all'inizio come un innovatore. Era un autentico innovatore, nel bene e nel male, che la sinistra e il gregge italiano, non hanno permesso che potesse diventare. Nel 2006 il suo secondo governo approvò la riforma costituzionale che, in sintesi, trasformava la nostra repubblica in un Premierato, ovvero in una specie di repubblica presidenziale, dove il primo ministro avrebbe avuto meno lacci e lacciuoli.

Lacci e lacciuoli subito eliminati da Draghi! Fosse passata la riforma costituzionale, Draghi non sarebbe visto, come giustamente lo è ora, come un dittatore che se ne buggera dei lacci e lacciuoli del Parlamento.   Il popolo italiano, bocciò la proposta di riforma costituzionale, nel referendum indetto proprio nel 2006 e ora Mr B può dire di aver preceduto di 14 anni, il "Genio" Draghi!     

Nella primavera 2010, incontrando Gheddafi (il suo baciamano scatenò un vespaio di sberleffi e critiche feroci), arrivò all'apice della visibilità internazionale e considerazione da parte di molti, perché un rapporto privilegiato con la Libia e il Rais, sarebbe stato di fondamentale importanza e utilità e non solo per l'Italia.  Nel 2011 il nostro Presidente Semprinpiedi raccolse un altro clamoroso risultato dovuto alla sua fama internazionale. 

I sorrisetti del 2011 durante una conferenza nella sala stampa a Bruxelles, tra Sarkozy e la Merkel

Fecero il giro del mondo i sorrisetti durante una conferenza nella sala stampa a Bruxelles, tra Sarkozy e la Merkel, scambiati senza il minimo tentativo per camuffarli, anzi, ostentati in modo particolare da Sarkozy, alle prime parole "Il premier italiano..." della famosa domanda:  "Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?" Quesito sottolineato durante la formulazione, da occhiate ammiccanti e sorridenti tra i due, ripetiamo, specialmente da parte di Sarkozy, fino all'aperta risata finale, insieme a tutti i giornalisti della sala stampa, che ridevano con più gusto e più vistosamente dei due politici! Il relativo video, immediatamente virale, immortala con la sua gettonata visione, qual era la considerazione del nostro Numero Uno, in sede europea.

Inutili e goffi i tentativi fatti in seguito dai due, per spiegare i sorrisetti, dovuti, dissero, al non sapere chi dovesse rispondere alla domanda posta. Già... e le risate dei giornalisti? Quindi, quotazioni di nuovo in caduta libera...

L'anno successivo, però, Berlusconi ebbe e perse la vera grande occasione per essere ricordato come uno Statista di larghe, lunghe e addirittura preveggenti vedute, nonostante la grande disistima di gran parte degli italiani. Purtroppo, quando il gioco si fece duro, il nostro Numero Uno, intervenendo dopo l'iniziale grande e manifestata ostilità, alla più che sciagurata "guerra umanitaria" contro Gheddafi, mostrò tutti i suoi limiti di Re Travicello, come ancora oggi continua a definirlo qualcuno dei suoi. 

Avrebbe dovuto dire, di quella guerra, viste le smanie di Sarkozy per iniziare i bombardamenti (tanti tirarono in ballo anche i suoi ingentissimi debiti contratti con Gheddafi) le stesse cose che disse da quei giorni fino alla morte, Gino Strada (Guerra umanitaria è la più grossa bestemmia che abbia sentito) e avrebbe dovuto minacciare le dimissioni e poi, eventualmente, anche darle! Così la patata bollente sarebbe rimasta nelle mani di Re Giorgio. Sarebbe stato linciato per codardia, gli avrebbero ridato del buffone e dell'irresponsabile? 

La lettera di Veronica Lario a Repubblica

Non tutti, ma la stragrande maggioranza, certamente sì! Ora però, avrebbe almeno un enorme merito da sbandierare! Invece, a guerra terminata, iniziò la polemica con Napolitano, scaricandosi l'un l'altro, la responsabilità dell'intervento! Cos'è cambiato, da quando ridevano di lui i gran capi europei e la sala stampa, era perseguitato dai giudici, da Veronica Lario, sua moglie che era furibonda e pronta a scrivere un libro tipo "Come e perché uccidere il proprio marito" e, risparmiando tempo e fatica per il libro, lo uccise lo stesso, sfogandosi con una più che inopportuna lettera a Repubblica, il quotidiano antiberlusconiano per antonomasia, dalla prima all'ultima pagina? 

(Segue...)