Berlusconi, Salvini e Di Maio: partita a tre per il governo?
La "campagna acquisti" di Berlusconi spaventa Di Maio
La campagna acquisti di Berlusconi tra gli ex del Movimento turba i Cinque Stelle ed oggi Luigi Di Maio, ospite a Mattino 5, ha detto che se Salvini vuole suicidarsi politicamente può assecondare il piano dell’ex Cavaliere.
Un messaggio forte e chiaro, ma scontato. Scontato perché sono mesi che i giochi delle alleanze fissano la trama e l’agenda della politica e precisamente dal 4 marzo 2018, data delle elezioni.
L’anomalia di una Lega che a livello nazionale è alleata dei Cinque Stelle, mentre a livello regionale governa con Forza Italia, è del tutto evidente.
Ma il quadro in questi nove mesi è cambiato.
Se la foto al 4 marzo ci restituisce un M5S come primo partito con il doppio (in percentuale) dei voti della Lega ora il partito di Salvini, nei sondaggi, supera nettamente i Cinque Stelle.
Questo il fatto determinante che ha indotto Berlusconi a fare campagna acquisti, attività questa svolta anche in passato ai tempi di Romano Prodi e gli procurò anche qualche indagine giudiziaria.
L’obiettivo è chiaro: acquisire parlamentari ex grillini in modo da supportare una maggioranza di governo del centro - destra. L’altra attrice sullo sfondo è Giorgia Meloni, che però percentualmente si trova più o meno come a marzo ed ha il problema proprio di caratterizzarsi nell’offerta politica rispetto alla Lega.
Ovviamente una maggioranza governativa di centro - destra sarebbe consona alla situazione locale dove Lega e Forza Italia governano insieme regioni importanti come Lombardia, Veneto e Liguria.
A meno che Salvini abbia in mente di fare con i Cinque Stelle una alleanza strategica con cui sostituire Forza Italia, ma sembra un’ipotesi improbabile perché i due partiti sono molto diversi sul piano ideologico e sono uniti solo da un populismo sovranista di stampo peronista. Oltretutto alle prossime elezioni europee di maggio Lega e M5S potrebbero, in una certa misura, pescare nello stesso elettorato anti europeo.
I Cinque Stelle sanno questo e spesso guardano al Pd e questa attitudine diventerebbe basica con il ritorno di Alessandro Di Battista che a questo punto sarebbe supportato dal Presidente della Camera Roberto Fico.
Il movimento di Grillo ha tutte le carte per sostituire il Pd a sinistra.
Tuttavia per ora si tratta solo di minacce paventate ed utilizzate unicamente per rafforzarsi al tavolo delle trattative sulla finanziaria di cui devono rendere conto agli elettori.
In questa fase il Pd e Forza Italia sono solo supporti tattici nel gioco delle parti di Salvini e Di Maio.
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