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Politica
Bertinotti: "Mai avuti personal shopper, ma Schlein sa che l'immagine è tutto"

Bertinotti: "È la politica Netflix, in cui l'immagine dice chi sei"

"Faccio l'intervista, ma a una condizione che non si parli per l'ennesima volta del mio famoso golfino di cachemire, che peraltro mia moglie aveva comprato al mercatino dell'usato, come ho detto un migliaio di volte. Sono stufo, il golfino ha diritto all'oblio". Esordisce così Fausto Bertinotti nell'intervista pubblicata da Repubblica.

Poi dice che capisce la neosegretaria del Pd, visto che oggi "c’è grande attenzione alle forme di comunicazione estetica". E sostiene che dirlo, come ha fatto lei nell’intervista a Vogue, "non è stato un errore di comunicazione. Di uno dei leader più austeri della politica italiana, Palmiro Togliatti, si ricorda l’invito ai parlamentari comunisti ad indossare l’abito blu per andare alla Camera. Era l’idea di portare l’estetica nella dignità della carica. Oggi l’abito viene indossato per mostrare la propria appartenenza a un mondo".

Secondo Bertinotti il mondo in cui si muove oggi la segretaria del Pd è quello delle canzoni di Sanremo e delle serie Netflix. "L’immagine dice chi sei", sentenzia. Bertinotti però dice che il personal shopper non ce l’ha mai avuto: "Appartengo a un’altra generazione. L’eleganza era un debito nei confronti dei padri, che ci avevano insegnato che a scuola, per quanto poveri, dovessimo portare il meglio, per essere alla pari con gli altri. Mio padre, socialista anarchico, aveva una cravatta di seta e un fazzoletto bianco nel taschino e al lavoro aveva a che fare tutti i giorni col carbone. Giuseppe Di Vittorio insegnò ai suoi braccianti a dismettere il tabarro per indossare il cappotto, dei borghesi".

Sempre su Repubblica e sulle critiche, Bertinotti consiglia a Schlein "di fregarsene. Anzi, diciamo di alzare le spalle. Questa modalità di commentare ingiuria chi fa commenti". E aggiunge: "La sinistra storica è quella del movimento operaio. Dopo la lunga e incompleta transizione che è arrivata fino al Pd è intervenuto un fatto nuovo, non determinato dalla politica ma dai fermenti della società civile. Ma non è in continuità con la sinistra storica italiana, segna semmai l’ingresso di quella liberal, all’americana. Non è una sinistra di classe, che dovrebbe essere pacifista e tendenzialmente neutralista. Ma le si può chiedere, a Schlein, una radicalità, senza la quale neanche il campo liberal è animato. Radicalità sulle armi e sui salari".

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