Politica

Biden (guerrafondaio) imbarazza il Pd. Kamala Harris ancora peggio

Di Alberto Maggi

La sinistra mondialista ha perso due icone

Macron costretto a correggere per la seconda volta Biden


Il sogno si è infranto. Joe Biden, l'ex vice presidente di Barack Obama, avrebbe dovuto essere l'icona mondiale della sinistra riformista e progressista, oggi è diventato un anziano, goffo, signore che imbarazza l'Occidente, gli stessi partiti di Centrosinistra e che rischia di spingere il mondo verso un conflitto globale. Dopo aver definito Vladimir Putin un "criminale di guerra e un macellaio", Biden ha parlato di "genocidio" in Ucraina, una parola non forte ma fortissima, che ricorda lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Per la seconda volta Emmanuel Macron, rappresentate in qualche modo di un'Europa divisa e confusa dal nuovo disordine mondiale, è intervenuto per correggere l'uomo forte della Casa Bianca. Fatto sta che le parole di Biden suonano come musica nelle orecchie di quel Volodymyr Zelensky che delegittima la mediazione di Papa Francesco dicendo no a una famiglia ucraina insieme a una russa alla Via Crucis in Vaticano per le celebrazioni del Venerdì Santo e che, clamorosamente, rifiuta la visita a Kiev del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. La parola d'ordine di Zelensky, spinto da Biden, è soltanto una: armi, armi, armi. Anzi due: i Paesi europei dicano quando smetteranno di acquistare il gas da Mosca.

Il tutto, naturalmente, per la gioia di Washington (guarda caso dall'inizio della guerra Shell gas ha incrementato del 600% i prezzi con un aumento delle esportazioni in Europa del 300%). Ma torniamo a Biden. Dopo i quattro anni del sovranista Donald Trump, amico di quel cattivo di Matteo Salvini e di tutti i nazionalisti europei e mondiali, la sinistra globalista, mondiale e progressista - Partito Democratico in testa - aveva salutato con gioia e soddisfazione l'arrivo di Mr Biden alla Casa Bianca. Ora, l'ex vice di Obama è motivo di imbarazzo. Dietro le quinte e a microfono spento, gli stessi parlamentari Pd parlano di "errore" del presidente americano, di "frasi fuori luogo", di "continui scivoloni" e di "messaggi che non avvicinano la soluzione pacifica della guerra in Ucraina".

Ciliegina sulla torta la ancora più imbarazzante Kamala Harris, che di mestiere (forse a sua insaputa) fa la vice-presidente degli Stati Uniti. La prima donna afroamericana numero due della super-potenzia mondiale avrebbe dovuto essere, sempre per la sinistra globalista e mondialista (Pd in testa), una paladina dei diritti, in particolare delle minoranze. Di lei si ricordano, dopo un anno e mezzo dalle elezioni presidenziali, le parole iper-trumpiane rivolte ai migranti provenienti dal Messico ("Non venite, verrete rimandati indietro") e le risate a squarciagola dopo una domanda sull'accoglienza dei profughi ucraini nel corso della recente visita in Polonia. Insomma, povera sinistra mondiale e democratica, costretta a correggere e a prendere le distanze da coloro che avrebbero dovuto essere i loro leader.

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