Politica
Bollette, altri 2 mld contro gli aumenti. Ecco a chi andranno e quando
Manovra e caro-bollette: Draghi lavora al compromesso tra la Lega e il Movimento 5 Stelle
Caro-bollette, altri due miliardi contro gli aumenti ma senza tagliare fondi al reddito di cittadinanza
Alla ricerca dell'ennesimo compromesso. Mario Draghi ha incontrato questa mattina la delegazione della Lega - assente Matteo Salvini - formata dal capo delegazione al governo e dai capigruppo in Parlamento: il ministro Giancarlo Giorgetti, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. La richiesta principale del Carroccio, come riferiscono fonti qualificate presenti al summit a Palazzo Chigi, è stata quella di un'ulteriore intervento per arginare l'aumento delle bollette di luce e gas. Per la Lega sono importanti anche l'innalzamento a 100mila euro di fatturato della flat tax per le Partite Iva e la rottamazione delle cartelle esattoriali, ma l'intervento per abbattere i costi del caro-bollette è in questo momento la priorità assoluta.
D'altronde, soprattutto al Nord, una buona fetta dell'elettorato leghista, specialmente nel lombardo-veneto, è formata da micro-imprese, artigiani e autonomi ovvero le categorie maggiormente penalizzate dall'incremento dei prezzi delle materie prima. "Bisogna intervenire, subito, alcuni di loro rischiano di chiudere per sempre", spiegano dal Carroccio. Salvini ha chiesto altri tre miliardi di euro per evitare "un inverno freddo e buio" e la richiesta leghista è quella di reperire i fondi tagliando soldi ai rubetti del reddito di cittadinanza.
E qui nascono i problemi politici perché proprio ieri la delegazione del Movimento 5 Stelle, incontrando il premier, ha categoricamente escluso di poter accettare una nuova stretta al RdC, dopo quella già decisa dal governo per arginare il fenomeno dei furbetti. Quindi? Come spiegano fonti governative ad Affaritaliani.it, il compromesso a cui starebbe pensando Draghi sarebbe quello di inserire in manovra altri due miliardi di euro per fronteggiare il caro-bollette, venendo così incontro alle richieste leghiste, ma senza toccare un centesimo dal reddito di cittadinanza per il 2022 (esattamente come hanno chiesto i pentastellati al presidente del Consiglio).
Il ministro dell'Economia Daniele Franco e i tecnici del Mef, spiegano le fonti, sarebbero già al lavoro per reperire gli ulteriori due miliardi di euro da inserire direttamente nel maxi-emendamento alla Legge di Bilancio sul quale certamente verrà posta la questione di fiducia. Politicamente, sia che decida di scendere in campo per il Quirinale (la riserva non è stata ancora sciolta) sia che intenda restare a Palazzo Chigi fino al 2023, per Draghi è essenziale la stabilità politica. E non è certo un mistero che Lega e M5S siano i partiti che per motivi diversi possono essere più "pericolosi" sul fronte della stabilità politica. Meglio, quindi, un compromesso.