Elezioni, Calenda dà un altro "calcio dell'asino" a Renzi
Calenda: "Paese a rischio con le urne a giugno"
Dopo il "calcio dell’asino" ricevuto qualche giorno fa dal Presidente “emerito” Napolitano sul voto, oggi è la volta di quello scagliato dal ministro dello Sviluppo Economico Calenda, un altro uomo chiave nel precedente governo Renzi e questo fa capire quanto la gratitudine non frequenti usualmente i palazzi della politica.
Naturalmente il contendere è sempre lo stesso: la data del voto che Renzi vorrebbe il più presto possibile mentre il governo, Mattarella e l’onnipresente Napolitano il più tardi possibile tra l’altro per far scattare la pensione.
Calenda, ripetiamo uomo voluto dallo stesso Renzi per sostituire la dimissionaria Guidi, ha dunque assestato una bordata netta e chiara nei confronti dell’ex premier: “Paese a rischio con le urne a giugno”. Abbiamo troppi impegni urgenti.”; naturalmente come è d’uopo in questa epoca di deresponsabilizzazione il ministro ha tenuto a precisare che parla a “titolo personale, non essendo iscritto a nessun partito” che dovrebbe essere in tempi populisti un merito ma non è detto che lo sia.
Calenda di fremiti liberisti è solo uno di quelli che sta “cambiando idea” su Renzi dopo averne avuto tutti i vantaggi ma del resto l’ex premier lo deve mettere in conto che appunto la gratitudine non è cosa umana e ancor di meno politica.
Calenda poi come Casini ieri a La Sette dalla Gruber spara la carta del fatto che Renzi potrebbe lavorare a ricostruire con il tempo una sua immagine verso un progetto ambizioso che dovrebbe essere il ritorno a Palazzo Chigi; ma i fautori di questa tesi dimenticano l’ovvia conseguenza del perdere tempo e cioè il lento rosolamento dell’ex uomo forte che certamente non ci starà a farsi cucinare.