Politica
Calenda resta con il cerino in mano. Terzo Polo, una storia di fallimenti
Il Terzo Polo implode: l’alleanza strategica tra Calenda e Renzi sembra destinata a sfasciarsi. Tutti modesti i risultati elettorali
Renzi si avvia a fare il direttore editoriale del Riformista e a rafforzare il suo partito, Italia Viva
Il Terzo Polo implode: l’alleanza strategica tra Calenda e Renzi sembra destinata a sfasciarsi ma pochi ricordano che “questo” Terzo Polo è solo l’ultimo degli avatar che lo hanno rappresentato.
Dalla fine della Balena Bianca, cioè la Democrazia Cristiana, c’è stata infatti una continua ricerca a ricostruire un’area centrista che potesse intercettare l’enorme bacino di voti che fu del partito di De Gasperi. Partitini di tutti i tipi sono comparsi sulla scena politica, spesso sedicenti eredi della Democrazia cristiana il cui simbolo era un ambito trofeo per molti, ma la consistenza elettorale fu scarsa.
Il 25 gennaio 2011 fu presentato un “Nuovo Polo per l’Italia” che era costituito da un coordinamento di gruppi parlamentari di Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli, Futuro e Libertà per l’Italia di Gianfranco Fini, Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini con il supporto di Movimento per le Autonomie, di Raffaele Lombardo. Come formazioni minori ne fecero parte, anche se non strutturalmente, anche Verso Nord di Massimo Cacciari e il Partito liberale Italiano di Stefano De Luca.
Il 14 dicembre 2010 ci furono delle “prove generali” con il voto di una mozione di sfiducia al Governo Berlusconi presentata da Rutelli, Casini e Fini con 85 firme che si aggiunsero alle 232 della mozione di sfiducia presentata in contemporanea da Pd e Italia dei Valori. Alla fine ci furono però delle defezioni come Antonio Razzi e Domenico Scilipoti (Idv) oltre a tre deputati di FLI e alla fine la Camera respinse con una votazione sul filo di lana di 314 a 311.
Il vero banco di prova della coalizione che fu anche allora denominata “Terzo Polo” per segnalare proprio la sua equidistanza tra centro – destra e centro – sinistra furono però le amministrative del 2011 che videro in gioco grandi capoluoghi come Torino, Milano, Bologna e Napoli.