Politica
Calenda resta con il cerino in mano. Terzo Polo, una storia di fallimenti
Il Terzo Polo implode: l’alleanza strategica tra Calenda e Renzi sembra destinata a sfasciarsi. Tutti modesti i risultati elettorali
Tuttavia i risultati sono stati molto modesti. A Milano ci furono due liste che ottennero il 2,68% e l’1,89%, a Bologna il 4.74%, a Napoli andò un po’ meglio con UdC al 5,20%, FL al 3,36% e ApI all’1,46%. Ci fu anche un congresso a Roma che si tenne il 22 luglio 2011 all’Auditorium di via della Conciliazione che vide la partecipazione di Rutelli, Casini e Fini. Dopo le dimissioni di Berlusconi il Terzo Polo appoggiò il governo Monti che fu però puramente tecnico. Nel 2012 vi sono nuove amministrative con risultati assai negativi e così l’8 maggio di quell’anno Casini dichiara di uscire dal Polo, Alleanza per l’Italia si riavvicina al centro – sinistra e la confederazione può ritenersi sciolta.
Al momento dello scioglimento l’organizzazione poteva contare anche su 10 eurodeputati. Alla luce di tutto questo si può capire le difficoltà a cui sono andati incontro Calenda e Renzi che hanno collezionato, di fatto, tre sconfitte: alle politiche del 2022 e alle regionali del 2023 in Lombardia e Lazio. Sconfitte di tipo strategico cioè con clamorosi errori di valutazione fatti soprattutto da Calenda sulle regionali a cui Renzi ha lasciato inizialmente le briglie sciolte.
Calenda, come si ricorderà, aveva inizialmente aderito ad un’alleanza con il Pd proiettando Renzi nello sconforto per poi tornare indietro in diretta da Lucia Annunziata annunciando la rottura dell’accordo con Enrico Letta.