Politica
Camera, votano per aumentarsi gli stipendi. Gli arraffoni colpiscono ancora
Il M5s propone di ridurre le indennità ma FI vuole togliere il tetto ai compensi. Indennità e vitalizi, nuovo scandalo
Camera, la nuova sfida in aula su stipendi e vitalizi. Ecco che succede
Neanche il tempo di aumentare gli stipendi ai capogruppo del Senato che tocca già anche alla Camera. Giovedì in agenda c'è una norma destinata a creare un nuovo polverone politico. A Montecitorio è in programma l'approvazione del bilancio della Camera, e le forze politiche hanno depositato i loro ordini del giorno, che in questo caso valgono come emendamenti al provvedimento. E tira aria tesa, con i 5 Stelle – reduci da ore complicate per il contestato sì alla delibera sui capigruppo – che hanno depositato due odg: uno - si legge su Il Fatto Quotidiano - per impedire il ripristino dei vecchi vitalizi, come appena accaduto tra grandi polemiche in Senato, e un altro "per scongiurare gli aumenti degli stipendi dei deputati e, anzi, per ottenerne la riduzione", come ha scritto Giuseppe Conte in un post, venerdì.
A sentire il M5S, all’odg del forzista Giorgio Mulè, vicepresidente di Montecitorio, che vuole cancellare l'equiparazione delle indennità per gli eletti a quelle dei presidenti di sezione della Corte di Cassazione, fissata da una legge del 1965. Eliminando il tetto agli stipendi. Così - prosegue Il Fatto - vale la pena ripassare la busta paga mensile di un deputato: un'indennità di 5.000 euro netti, una diaria da 3.500 euro e un rimborso spese per l’esercizio del mandato da 3.690 euro, a cui va aggiunto un ulteriore rimborso per gli spostamenti tra luogo di residenza e aeroporto, per un importo trimestrale tra i 3 e i 4.000 euro, e quello per le spese telefoniche (1.200 euro).