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Giuseppe Cascini scatenato anti-Salvini. Ma quando lui era leader ANM...

Pietro Mancini

Cascini scatenato anti-Salvini. Ma, quando, da leader ANM, subì critiche civili, chiese e ottenne dai colleghi di Pg pesante stangata del giornalista

Giuseppe Cascini, capogruppo di Area - la corrente dei magistrati di sinistra, cui appartiene Armando Spataro, il Procuratore di Torino, che ha bacchettato Matteo Salvini - cosi' si è espresso, mercoledi', al plenum del CSM :"Non siamo ragazzini. Se un ragazzino assume incarichi istituzionali, bisogna fargli capire che non è più un ragazzino e che deve avere un atteggiamento consono al suolo. Non è ammissibile che si risponda con il dileggio, lo scherno, l'irrisione nei confronti di un servitore dello Stato. Le istituzioni vanno difese e va difeso  il ministero dell'Interno anche da chi oggi ricopre quell'incarico, se danneggia quell'istituzione".

In attesa della replica di Salvini all'attacco della toga progressista, è utile far conoscere ai lettori la reazione di Cascini, nel 2011 segretario dell'ANM, a un rilievo, che gli rivolsi, non relativo alla sua apprezzata attività di sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, ma alle sue frequenti esternazioni, politiche, nel salotto tv di Bruno Vespa e sui giornali.  Il magistrato napoletano riteneva che il governo Berlusconi non fosse legittimato- "storicamente, politicamente e anche moralmente"- a riformare la giustizia. In un articolo, che vergai per l "Avanti!", criticai, civilmente, il dott. Cascini, osservando che sarebbe stato opportuno che egli si astenesse da un'inchiesta, aperta nei confronti di Massimo D'Alema, per un presunto finanziamento illecito alla Fondazione "Italiani Europei", presieduta dall'ex premier, poi prosciolto, lasciandola a un altro collega della Procura di Roma. La ragione ? Il nemico di Veltroni era, fermamente, contrario alla candidatura di qualsiasi magistrato a incarichi politici, in primis a quella a Sindaco di Napoli, Gigino de Magistris, amico ed ex collega dello stesso Cascini.

Venni querelato dal pm, pur non essendomi permesso di definirlo "ragazzino" o inadeguato a svolgere il suo incarico, come egli ha detto di ritenere il ministro Salvini. E condannato, a Perugia, dal dottor Noviello, concittadino di Cascini e de Magistris, a sborsare 13 mila euro.

Insomma, legittime le critiche, durissime, del segretario ANM, ieri, al governo Berlusconi e oggi al titolare del Viminale. Da censurare, in sede penale, il mio articolo, tutt'altro che aspro e...Travagliato, nel quale non avevo fatto alcuna insinuazione sulla correttezza e sulla professionalità del magistrato partenopeo. Ma, commentando la notizia dell'indagine su D'Alema, ripresa da tutti i giornali, e la contemporanea candidatura di de Magistris, mi ero limitato a sollecitare ai 25, o poco più, lettori dell' "Avanti !" una riflessione, segnalando la possibilità di interferenze, da evitare, tra mondo politico e magistratura militante. 

Accogliendo la richiesta di punizione dello scrivente, in primo grado e in Appello, i giudici di Perugia ignorarono la sentenza, emessa dalla Cassazione il 19 giugno del 2012, richiamata, nel corso del dibattimento, dal mio legale, il prof.Antonio Cersosimo : "La punibilità e il diritto al risarcimento del danno sono escluse dall'esimente del diritto di critica, quando i fatti narrati corrispondano a verità e l'autore, nell'esposizione degli stessi, seppure con terminologia aspra e di pungente disapprovazione, si sia limitato a esprimere l'insieme delle proprie opinioni". Con le due sentenze, emesse nel capoluogo umbro, non tenendo in alcun conto la veridicità dei fatti (riconosciuta dal querelante) da me riferiti e commentati, i colleghi del pubblico ministero della Procura di Roma, in pratica, affermarono : "Il verbo di Giuseppe Cascini non si discute !".

Eppure, Cascini, membro del CSM, ha sostenuto, a ragione, che le istituzioni non vanno trascinate nella lotta politica. 

Gli stessi concetti, che espressi nell'articolo del 2011, guardandomi bene dal vergare espressioni infamanti e inutilmente umilianti, trascendendo in una violenta aggressione del soggetto criticato. Ha rispettato tali limiti il magistrato napoletano, definendo un "ragazzino all'Interno" (cosi' ha titolato "Il Fatto Quotidiano") il ministro Matteo Salvini, accostato agli scolaretti "che si riducono a fare la battuta più veloce e a dire la cattiveria più intrigante" ?