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Politica
Caso Uggetti, l'accusa all'ex sindaco: bando su misura e mail cancellate
Simone Uggetti

Marzo 2016: una dipendente del comune di Lodi presenta un esposto alla Guardia di Finanza dichiarando di aver subito “pressioni indebite per confezionare un bando su misura” a favore della partecipata “Sporting Lodi”. Il sindaco avrebbe voluto affidare al sito la gestione di due piscine scoperte. La donna in questione è Caterina Uggè, funzionaria responsabile del settore Sport, Turismo e Promozione del Comune. Il bando riguarda in particolare due impianti: Belgiardini e Concardi. Gli incassi erano stimati tra i 300 e i 400mila euro, per un totale di due milioni, rivela il Fatto Quotidiano

Nell’ordinanza di custodia cautelare-  sottolinea il quotidiano- il gip Isabella Ciriaco riportava che la dipendente aveva “subito una decisa ingerenza del Sindaco, il quale, sin dal primo incontro avuto aveva imposto alcuni elementi e percentuali di assegnazione dei punteggi agli offerenti della gara, che andavano a minare il necessario equilibrio che un bando deve avere secondo le imposizioni della legge”. 

Dopo aver protestato- sottolinea il Fatto Quotidiano- la Uggè era stata assegnata a un altro incarico e la pratica affidata a un collega più “fedele” all’amministrazione, seppur privo di deleghe allo Sport. Le indagini accertavano che Uggetti e l’avvocato Cristiano Marini, consigliere della Sporting Lodi (anch’egli arrestato nel 2016, condannato in primo grado e assolto il 25 maggio scorso), si erano incontrati diverse volte anche in locali del Comune, scambiandosi mail e documenti e collaborando alla stesura del bando. I due, scriveva il gip, gestivano “la cosa pubblica con modalità illecite, commettendo reati contro la pubblica amministrazione” e “proseguendo imperterriti l’attuazione di un programma criminoso anche quanto era stata denunciata pubblicamente la collusione tra gli indagati”. 

Dalle conversazioni intercettate, inoltre- si legge sul Fatto Quotidiano- emergeva il tentativo di far sparire le tracce informatiche dell’iter dell’appalto, aggiudicato il 2 aprile proprio alla Sporting Lodi al canone di 7.500 euro l’anno: Uggetti e Marini, preoccupati di essere sottoposti a indagine, avevano chiesto e ottenuto da un tecnico del Comune di formattare i rispettivi pc. “Lo sai, ti buttan lì un’accusa di turbativa d’asta o qualcosa del genere…”, avvertiva il legale. “Diventa una menata, anche solo a livello di immagine… ti possono comunque creare casini grossi… a te, ma anche a me professionalmente, quindi…”. E il sindaco: “Facciamo le cose che possiamo fare, che è formattare il pc… tanto hai un po’ di tempo per farlo eh.. non c’è ancora l’aggiudicazione”. Proponendosi di trovare “qualcuno che te lo faccia a spese mie eh!”. Uggetti, concludeva il gip, “ha tradito l’alta funzione e incarico attribuitogli dai cittadini, gestendo la cosa pubblica in maniera del tutto arbitraria e prepotente, violando non solo le normative di settore ma, prima ancora, il mandato politico di tutela, perseguimento ed attuazione del primario bene collettivo e pubblico”. 

Così con queste accuse l’ex primo cittadino Uggetti viene arrestato e sospeso dalla carica nel maggio di cinque anni fa. Dopo dieci giorni di carcere gli vengono concessi gli arresti domiciliari. Inizia la collaborazione con i pm: “L’ho fatto per il bene della città, non per interesse. Sono stato catapultato in questa vicenda”, ha dichiarato Uggetti. In primo grado viene condannato, mentre in secondo assolto: cinque anni più tardi dal giorno della denuncia la Corte d’Appello di Milano sostiene che il fatto non sussiste.  “La fine di un incubo, non lo auguro al mio peggior nemico”, ha affermato Uggetti. "Non mi aspettavo, devo essere sincero, di essere assolto. Perche’ avevo paura dei turbamenti che in queste settimane e in questi mesi ci sono all’interno del sistema giudiziario”, ha sottolineato l'ex sindaco. A scusarsi l'ex sindaco di Lodi, per aver cavalcato l’onda mediatica del caso, c'è l’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con una lettera resa pubblica da Il Foglio. 

Domenico Chiaro, procuratore di Lodi, la stessa stessa della pronuncia ha specificato che l'assoluzione in Appello- riporta Il Fatto Quotidiano- è “il risultato della normale dinamica processuale e non la conferma di un ipotetico errore: il diritto non è matematica e si caratterizza per le possibili diverse valutazioni di un medesimo fatto storico, soprattutto se lo si rapporta a ipotesi di reato per natura complesse come quella vagliata nel caso in questione. L’ufficio che rappresento – ha spiegato – ha sostenuto una tesi che ha convinto il giudice per le indagini preliminari che ha emesso a suo tempo la sentenza di primo grado e il sostituto procuratore generale che all’udienza del processo di appello ha chiesto la conferma della condanna: evidentemente si trattava di una tesi non proprio campata per aria, anche se alla fine non condivisa dai giudici del processo di Appello, con una decisione che, ovviamente, merita il massimo rispetto. Mi pare un po’ presto – conclude – per parlare di assoluzione tranchant, visto che non abbiamo ancora la disponibilità della motivazione“.

 

 

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