Censire gli immigrati no, schedare gli italiani sì
Buonisti ipocriti visto che dalla nascita siamo inseguiti da debito pubblico a burocrazia anagrafico/fiscale/territoriale
Entro tre giorni, e massimo dieci se ancora non si è deciso il nome del nascituro, c’è l’obbligo di iscrizione all’anagrafe con relativa dichiarazione della residenza del piccolo. Grazie a questa “opportunità” il neonato ha assegnato da subito una tessera sanitaria ed un “numero di matricola” che democraticamente chiameremo codice fiscale che da quel momento rappresenterà l'ombra nera di una burocrazia perenne per poter adempiere ad ogni azione nel futuro della propria vita. Successivamente c’è l’imposizione d’iscrizione alla scuola dell’obbligo così come se il piccolo dovesse decidere di far un viaggio con i propri genitori non può non avere, dal giugno 2012, una carta d’identità od un passaporto per viaggi fuori dall’euro. L’Italia non si è mai lamentata del fatto che ogni movimento venga schedato ed ogni diritto tutelato se tale movimento registrato. Obbligo di avere una residenza ed obbligo di comunicare ogni cambio dalla via o del Comune nel quale si viva.
Obblighi su obblighi senza parlare di quanto influisca, dal momento della nascita, il proprio codice fiscale ai danni del portafoglio del nascituro. Obbligo di rinnovare, con relativi bolli, ogni documento che va a scadere periodicamente. Ogni schedatura, dall’acquisto di una casa o di un’auto, assoggettata ad esborsi, come dire oltre il danno la beffa. Si, perché non basta pagare la propria abitazione od autovettura perché nel primo caso si paga per il contratto preliminare, si paga per la trascrizione nei registri immobiliari e si pagheranno per la vita le imposte oltre all’onorario dovuto al notaio senza il quale, un libero cittadino, non potrà liberamente acquisire la proprietà. Visto che l’auto ci permette i liberi movimenti, sarà anche libero e non schedato l’acquisto o la donazione di una quattro ruote? Certamente no! Per poter ricevere in regalo la quattroruote il precedente proprietario, già schedato, dovrà esser in possesso e garantire quanto segue:certificato di proprietà; atto di vendita, cioè la dichiarazione del venditore con firma autenticata in bollo, redatta sul retro del certificato di proprietà CDP; nota di presentazione al Pra con il codice fiscale dell’acquirente; carta di circolazione e copia del modulo TT 2119 per richiederne l’aggiornamento; fotocopia del documento di identità dell’acquirente ed autocertificazione di residenza dell’acquirente se non viene riportata sul documento presentato.
Dopo questa democratica burocrazia colui che ha ricevuto il dono dovrà provvedere, dopo la successiva e relativa schedatura, alla tangente annuale denominata “bollo” o tassa di proprietà. Pochi esempi per gioire di quanto siamo “liberi” e quanto un italiano medio dovrà garantire oltre a giustificare guadagni e stili di vita. Allo stato padrone subentra anche la schedatura della rete attraverso il semplice uso dello smartphone. Si perché riceveremo notifiche ed email rispetto a semplici visite su motori di ricerca o, in seguito ad un viaggio, in automatico saremo seguiti da link e comunicazioni della zona in cui, per alcuni giorni, abbiamo soggiornato.
Questa è la libertà che i buonisti ci hanno garantito mentre ora ci si scandalizza se uno Stato sovrano pretende di controllare presenza e residenza di eventuali clandestini che, per molti puristi democratici, hanno rappresentato un “indubbia fonte economica”. Non è polemica ma istrionica ed ironica elencazione della doppia morale che incombe in questa penisola, non me ne vogliate...