Politica
Cgil, successo di Meloni: c’è chi dice che le ha fruttato fino a 200mila voti
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Perché ha condannato a chiare lettere l’assalto subito dalla sede della CGIL, a inizio ottobre 2021, ad opera di militanti di estrema destra. Perché ha dimostrato coraggio, entrando non dall’ingresso laterale ma direttamente dalla porta principale, non temendo la protesta organizzata contro di lei da alcuni esponenti della minoranza del sindacato. Che ci si stata un’ottima interpretazione di comunicazione politica da parte di Meloni, dunque, non c’è dubbio. Ma che ricadute potrà avere questa ragguardevole performance?
Tenendo sempre conto del fatto che esistono, per l’uno e per l’altro schieramento, quote di elettorato appunto “schierato”, che molto difficilmente possono spostarsi da uno schieramento elettorale all’altro, l’ipotesi politologica più ragionevole è che Giorgia Meloni da un lato avrà sicuramente consolidato in chiave di auto-percezione di reputazione e di adeguatezza il proprio elettorato di riferimento; ma dall’altro avrà anche ottenuto un effetto positivo su un elettorato potenzialmente propenso verso il centro-destra, però al momento presente ancora incerto. Avrà cioè aumentato di una qualche misura la capacità di attrazione del suo partito e dell’intera alleanza di centro-destra, agendo sugli incerti.
E’ possibile quantificare l’entità di questo effetto? Rispondere a una simile domanda è difficile e anche un po’ azzardato, ma con le dovute cautele potremmo appunto azzardare, sul breve termine, un effetto attorno allo 0,5% in più. Diciamo qualcosa come 200 mila voti “probabili”. Non male, per una semplice partecipazione al congresso dei “nemici per antonomasia”. A dimostrazione che, Giorgia Meloni, sia come premier che come leader di partito, non va mai sottovalutata.