Politica

Chi è Fabio Salamida, l’unico giornalista seguito dalla Meloni?

Di Giuseppe Vatinno

“Piace alle donne”

In risposta ad un articolo di Filippo Facci: “Noi le diamo la maglia azzurra. La Egonu ci dà dei razzisti” scrive di getto, con irosa pervicacia:

“Noi diamo loro finanziamenti pubblici perché vendono 23 copie e senza quei soldi chiuderebbero domani. e redazione di “Libero” fanno scrivere idiozie a Filippo Facci”.

Prosegue con flash alla Principe Harry:

 “È più grave strappare la foto di un viceministro che in passato si è vestito da nazista o il fatto che uno che oggi fa il viceministro in passato si sia vestito da nazista?”.

Poi parte di nuovo di trip solipsistico e autoesaltatorio e posta un montaggio in cui la Ferragni ha scritto dietro la schiena: “Fabio Salamida è un gran figo” (te piacerebbe Salamì, eh?) con il commento: “Guardare Sanremo serva a capire dove va il Paese reale”. Come si vede un tipetto modesto e timorato di Dio.

Ed ancora si cimenta con la poesia in prosa, novello emulo di Rimbaud:

In Europa va in scena l’Italietta del popolino sovranello (come il vino tavernello, ndr). Ovviamente ogni popolo è libero di votare a maggioranza (relativa, nel nostro caso) la Giorgia Meloni o il Viktor Orbán di turno: ma non si può pretendere che Paesi come Francia e Germania, almeno in questa fase, trattino l’Italia come un partner di pari livello.

Insomma, se scegli di essere l’Ungheria, devi anche accettare di contare come l’Ungheria. Unica accortezza: se esagerate con la paprika quando fate il Gulasch, dopo non lamentatevi per i bruciori”. Un indubbio contributo di raffinata analisi di geopolitica strategica.

E poi torna su Fratelli d’Italia che fa segno di una acuta analisi storica che farebbe impallidire il professor Barbero e turbare anche il posato Paolo Mieli:

“Ragazzi, ve lo ripeto. È inutile che vi scandalizzate per personaggi come Delmastro e Donzelli. Questi stavano al 4%. Dopo aver passato anni ad urlare come assatanati dall’opposizione hanno vinto il Superenalotto. Pretendete pure che siano capaci? E su…”.

Infine chiude su Donzelli, con cui deve avere un conto aperto:

“Festival di Sanremo e politica. Nasce prima il rap di Fedez o il viceministro che vent’anni prima, per festeggiare un addio al celibato, pensa bene di travestirsi da nazista? Il cantante gender fluido la ministra della famiglia che discrimina le famiglie arcobaleno? Domande a cui siamo ormai abituati e che non sempre trovano una risposta. Quello che è certo è che Sanremo non è solo un’orchestra e delle voci”.

Insomma, abbiamo capito il tipo e perché Giorgia Meloni gli abbia regalato l’onore di essere così attenzionato da vicino.