Politica

Chiara Ferragni, Gassmann sta con Meloni: "La classe non si compra"

Di Giuseppe Vatinno

Ecco l'asfaltata storica dell’attore Alessandro Gassmann nei confronti dell'influencer Chiara Ferragni

Gassmann: “La beneficenza non si pubblicizza”. Bis con quanto detto da Giorgia Meloni ad Atreju

Asfaltata storica quella dell’attore Alessandro Gassmann nei confronti della “influencer” Chiara Ferragni. Intervistato da Repubblica ha sparato ad alzo zero: “La beneficenza non andrebbe dichiarata né pubblicizzata, altrimenti si potrebbe pensare che si è fatta per trarne vantaggio di immagine. Ma capisco che la riservatezza, insieme alla gentilezza, sia del tutto scomparsa". Gassman ha infatti perfettamente ragione e il suo ricordo va al padre, altri tempi: "Mio padre ha sempre fatto beneficenza nella sua vita e non ne ha mai parlato pubblicamente e la cosa lo ha sempre reso felice, esclusivamente per i risultati ottenuti, pubblicizzarla lo avrebbe messo in imbarazzo. La classe non si insegna né si compra.”

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“Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa”, scrive l’evangelista Matteo. L’esatto opposto di quello che è accaduto, con l’aggravante clamorosa non prevista dall’apostolo che la beneficenza era pure falsa.

Clamorosa quindi la caduta della Ferragni che in pochi giorni pare avere dilapidato un patrimonio di follower e ne è segno tangibile il fatto che i suoi negozi sono rimasti desolatamente vuoti in pieno periodo di feste, con una importantissima azienda che produce occhiali, la Safilo, che ha interrotto l’accordo di licenza. Il fuggi fuggi ha riguardato, per ora, i negozi di Roma e Milano.

La prestigiosa sede romana di via del Babuino è rimasta infatti deserta come quella di Porta Nuova, nel capoluogo lombardo. Il mondo è crudele con chi l’ha tradito. Nel 2018, al compleanno di Fedez, fecero discutere le immagini su Instagram degli invitati al supermercato Carrefour di Milano che giocavano col cibo, non avendone nessuno rispetto e sprecandolo, mentre milioni di persone soffrono la fame e pure gli fu perdonato. Non aiutano gli eccessi di Sanremo in cui la Ferragni si mostrò con un vestito simil nudo solo per essere al centro dell’attenzione mediatica e ci riuscì negativamente.

Non aiutano le continue polemiche politiche dei “Ferragnez” che fanno gli alfieri dei poveri e dei derelitti mentre sguazzano nei milioni, vivendo ne lusso più sfrenato. Si dirà la solita eterogenesi dei fini, vogliono fare la rivoluzione e sono miliardari. Anche la Schlein c’ha l’armocromista da trecento euro l’ora e occupa il posto di segretario del Pd, erede del Pci ma non ci fa una bella figura. Ma questa volta con la finta beneficenza di panettoni e uova di Pasqua l’ha fatta veramente grossa.

Ricordando Mike Bongiorno e una celebre frase rimasta nella storia televisiva si potrebbe dire: “Ahi ahi signora Ferragni, mi è caduta sul Pandoro!”. Ma al di là degli scherzi Gassmann ha centrato il punto e si è fatto portatore di quello che tanti pensano e cioè che la misura è colma. E lo pensano ormai sia a destra che a sinistra, visto che il premier Giorgia Meloni, nel suo discorso conclusivo ad Atreju ha detto:

“Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse, facendo da eco al design o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce”. E se lo dice un uomo di sinistra come Gassmann su un giornale di supersinistra come Repubblica e così la pensa anche Giorgia Meloni, donna di destra, qualcosa di vero, che travalica la politica e raggiunge i territori dell’etica, ci deve pur essere.