Cicchitto ad Affari: "Se l'Ncd-Ap uscisse dal governo sarebbe un suicidio" - Affaritaliani.it

Politica

Cicchitto ad Affari: "Se l'Ncd-Ap uscisse dal governo sarebbe un suicidio"

Fabrizio Cicchitto sceglie Affaritaliani.it per rispondere alla minoranza del partito che vorrebbe lasciare il governo

di Fabrizio Cicchitto
 
Brexit, nove italiani uccisi dal terrorismo islamico, un numero crescente di migranti e problemi serissimi del nostro sistema bancario, la vigilia di una legge di stabilità assai importante, un referendum decisivo per le riforme e l’innovazione, un cambio di paradigma e di dialettica non solo in Italia ma in Europa: questi gli aspetti decisivi della realtà con la quale le forze politiche italiane devono fare i conti. Se in una situazione di questo tipo NCD-AP decidesse di uscire dal governo con incalcolabili conseguenze destabilizzanti farebbe un gravissimo errore politico erinnegherebbe le ragioni assai serie per cui si separò da Berlusconi  che non erano certo quelle di perpetrare un infame “tradimento”.
 
L’NCD è nato per salvare la legislatura ed evitare un successo elettorale del M5S. Sono state la nascita del NCD-AP e poi la formazione del governo Renzi a consentire il decollo delle riforme. Di conseguenza il governo Renzi non è un governo monocolore ma un governo di coalizione fra il PD e una vasta area di centro. Certamente anche per questo, anzi proprio per questo, NCD-AP è fino dall’inizio sotto un permanente bombardamentomediatico-giudiziario, che adesso si accentua ma al quale bisogna resistere.
 
Ciò detto esistono enormi problemi politici derivanti da un mutamento di alcuni elementi di fondo della dialettica politica non solo italiana ma europea. In Italia c’è un populismo di destra, che si esprime nella nuova Lega di Salvini e in Fratelli d’Italia, che si collega a tendenze esistenti in Europa, e che non a caso si pone come obiettivo quello di uscire dall’euro. Questo populismo di destra ha trovato punti di collegamento e anche di convergenza elettorale con il populismo giustizialista di sinistra del M5S che non a caso è impegnato in uno scontro permanente e frontale con Renzi e con il PD. Rispetto a questo populismo di destra è già assai difficile, per non dire impossibile, per un soggetto politico aderente al PPE qual è Forza Italia, per di più ridimensionato anche numericamente, realizzare una convergenza politica di tipo strategico; questa intesa è del tutto impossibile per un soggetto politico di centro, moderato e riformista quale è il NCD-AP. Per questo il modello Milano a nostro avviso è irripetibile e non esportabile a livello nazionale.
 
Ciò detto, sul versante del governo e del centro-sinistra esistono due esigenze politiche e molti problemi aperti. Le due esigenze politiche consistono nell’impegno per portare avanti i contenuti riformisti dell’attuale governo (già messi in evidenza dal Jobs Act, dalla responsabilità civile dei giudici, da una serie di mini riduzioni della pressione fiscale per le imprese, dalle stesse unioni civili) e la grande battaglia per il referendumcostituzionale. Esistono anche una serie di questioni aperte determinate da un dato di fondo: questo è un governo di coalizione sostenuto dal PD e da una vasta area di centro, distante dal centro-destra ma distinta dal PD. Questo dato non è riconosciuto da vasti settori del PD che usano un linguaggiointegralista. In politica, però, nessuno concede gratis uno spazio. Di conseguenza questa area di centro deve aggregarsi autonomamente mettendo anche nel conto di doversi comunque presentare in modo autonomo alle elezioni. L’altra faccia della medaglia è costituita dalla necessità di modificare la legge elettorale nel senso di collegare il premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista per dare rappresentanza ad un pluralismo politico che esiste al centro, a sinistra e a destra.
 
Nello sfondo c’è un dato di fondo, laglobalizzazione e il fondamentalismo islamico con risvolti terroristici hanno sconvolto il mondo: l’Europa, al di là di ogni previsione, è un’area sottoposta a tensioni fortissime derivanti sia da una immigrazione destabilizzante, sia da un terrorismo assai aggressivo, sia da una politica economica finora del tutto sbagliata che ha puntato a curare la recessione con il rigorismo e l’austerity. Tutto ciò sta producendo un’esplosione di populismo che o viene affrontato con dosi assai rilevanti di riformismo istituzionale e di riformismo economico-sociale oppure autentiche follie come Brexit sono destinate a ripetersi in modo ancor più accentuato e con effetti devastanti.