Politica

Congresso, Bersani-Speranza aprono ma vogliono i 5s. Occhetto: "Pd antipatico"

Articolo Uno apre alla costituente del Pd, ma avvisano: "I gazebo non bastano". E chiedono un campo largo col M5s. Occhetto: "Prima del nome serve un'identità"

Pd, Bersani e Speranza aprono ma vogliono un campo largo col M5s

"Le piccole patrie a sinistra non hanno troppi spazi", dice il coordinatore di Articolo uno, Arturo Scotto, che poi spiega: "E' tempo di definire una forza larga della sinistra del lavoro e dei diritti. La proposta di Letta di una fase costituente va compresa, precisata e studiata. Rappresenta un passo oggettivo in avanti. Per adesso il nostro è un sì condizionato: non ci si iscrive al Pd, ma al percorso costituente di un nuovo soggetto".

Dopo la lettera di Letta agli iscritti e alle iscritte, i chiamati in causa si interrogano sul percorso tracciato dal segretario: chiamata, nodi, confronto e primarie. Pierluigi Bersani e Roberto Speranza aprono, ma vogliono un campo largo e un'alternativa di sinistra che includa anche il Movimento Cinque Stelle.  "Se sarà un percorso costituente serio noi ci saremo, ma il modo peggiore di affrontare una rifondazione è partire dal gioco delle figurine. Chi pensa di affrontare questo passaggio difficile con una semplice conta ai gazebo non ha capito la portata del problema". Lo dice il ministro della Salute, e segretario di Articolo 1, Roberto Speranza in un'intervista sul 'Corriere della sera'.

"Di corse ai gazebo ne abbiamo fatte tante, ma nelle urne i voti sono stati sempre meno - osserva Speranza - se mettiamo in discussione nome, simbolo e modello, giusto anche discutere se i gazebo siano la via giusta per scegliere il segretario".

"Con Bersani e altri abbiamo chiesto per primi il coraggio di costruire qualcosa di nuovo - rileva - per la difficoltà del centrosinistra di uscire fuori dall'ambito ristretto della rappresentanza sociale di benestanti e bene istruiti. Nella lettera di Letta ci sono parole che vanno nella direzione giusta. Congresso costituente? Io dico sì, se è un percorso profondo, che rimetta in discussione l'identità, fino al nome e al simbolo". "Vedo un percorso in due tempi - conclude Speranza - dobbiamo prima ricostruire il partito perno dell'alternativa, poi ricominciare a discutere con tutti coloro che vogliono impedire alla destra di portarci indietro su lavoro, ambiente e diritti. La prima forza progressista siamo noi. Ma è un bene che i 5 stelle abbiano scelto in maniera più compiuta la collocazione dentro questo campo.L'alternativa dobbiamo costruirla anche con loro. Non dimentichiamo che con Conte e il Terzo polo abbiamo già governato insieme".

Occhetto: "Pd antipatico, non conta il nome: deve trovare la sua identità"

Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci, dice invece in una intervista a Repubblica: "Ho sempre sostenuto che uno dei difetti della Svolta, nel 1989, fu che l’attenzione si concentrò sul cambio del nome del Pci, quando invece sostenevo che prima andavano definiti i contenuti del nuovo partito: nomina sunt consequentia rerum".

Occhetto dice a Repubblica che "Il Pd prima dovrebbe capire cosa vuole fare, chi intende rappresentare. Qual è la sua identità? Non lo sa più". Oggi "c’è chi lo definisce un partito radicale di massa, che ha separato i valori dei diritti civili da quelli sociali. Ma per i primi bastano delle semplici dichiarazioni, per i secondi invece bisogna rimboccarsi le maniche ogni giorno nella pratica sociale. È esattamente quello che non è avvenuto".

E alla domanda di Repubblica se oggi il Pd sia antipatico, Occhetto risponde: "Non c’è dubbio. È saltato l’equilibrio tra ragione e sentimento; la ragione della responsabilità e il sentimento verso le passioni forti. Il governismo è stata la sua vera malattia".