Politica

Consulta, ancora un fumata nera: numero 27. Non tiene l'accordo Pd-Fi

Alla Camera torna l'incubo dei franchi tiratori. Nella votazione per l'elezione dei giudici della Corte Costituzionale l'accordo del Pd con Ncd, Scelta Civica e Fi perde pezzi e non regge alla prova dei numeri. Sono circa 100 i parlamentari che non hanno seguito le indicazioni parlamentari.

Sulla carta i presenti in aula che dovevano votare la terna Barbera-Sisto-Pitruzzella erano 625, contando anche i parlamentari verdiniani. Ma una volta terminato lo spoglio l'aritmetica di Montecitorio ha travolto le aspettative di chi pensava di portare a casa il risultato della triplice elezione dei giudici costituzionali: Barbera si è fermato a quota 536 (89 voti in meno di quelli che avrebbe dovuto avere in base alle presenze in aula) Sisto a 511 (gliene sono mancati 114), Pitruzzella a 492 (con un buco di 133 voti). Mutatis mutandis, un ritorno dello spettro dei 101 che affossarono l'elezione di Prodi al Quirinale nel 2013. Ma l'analisi dei risultati del voto di questa sera mostra altre sorprese. Per esempio, sempre restando nel perimetro della maggioranza, quei 56 voti andati a Gaetano Piepoli, deputato dei Popolari per l'Italia e professore universitario.

Era stato candidato dal suo gruppo, che si era tenuto fuori dall'accordo, ma sulla carta avrebbe dovuto avere raccogliere solo una decina di voti. Invece la sua candidatura ne ha raccolti ben 56. Segno che sul suo nome si sono orientati altri esponenti della maggioranza che hanno voluto mandare un segnale di insofferenza. Altri franchi tiratori hanno scelto altre strade per marcare il proprio dissenso: i voti dispersi (cioè andati a candidati che non hanno raccolto più di due voti) sono 44, le schede bianche 83, le schede annullate 36. Curioso anche il risultato del deputato dei grillini Franco Modugno: doveva avere 127 voti, ne ha avuti 140: ma è probabile che a farlo salire più in alto siano stati alcuni ex grillini trasmigrati in altri gruppi.