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Politica
Conte: “Ridisegniamo il Paese, al centro infrastrutture e brand Italia". VIDEO

 "Questa crisi deve essere un'occasione per superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese", afferma il premier Giuseppe Conte illustrando la fase 3 a Palazzo Chigi. "I numeri dei contagi sono incoraggianti e questo dimostra che le misure prese dal governo stanno funzionando ma il virus non è scomparso", ha sottolineato Conte tornando a parlare agli italiani dopo diverse settimane, per annunciare questa nuova fase decisiva di uscita dal lockdown. "Ci potremo spostare da regione a regione senza certificazione. I dati ci dimostrano che il sistema di controllo che abbiamo adottato sta funzionando. Sta funzionando anche il sistema di aperture progressive - aggiunge Conte - A distanza da un mese dal 4 maggio i numeri, possiamo dirlo con relativa prudenza ma anche chiarezza, sono incoraggianti. Gli ultimi monitoraggi non segnalano situazioni critiche, ne situazioni di sovraccarico delle strutture ospedaliere". 

Poi Conte torna sulle polemiche degli ultimi giorni che hanno riguardato la presunta sparizione del virus: "Ci meritiamo il sorriso e l'allegria dopo mesi di sacrifici, ma è bene ricordare che se siamo tra i primi paesi a permettersi di riavviare tutto, è perché abbiamo accettato di compiere dei sacrifici, di modificare le nostre radicate abitudini di vita. Facciamo attenzione, le uniche misure cui ci affidiamo sono il distanziamento fisico e l'uso delle mascherine, non rispettarle sarebbe una vera sciocchezza".

Il premier affronta molti argomenti cruciali nella conferenza stampa: dalle infrastrutture ai fondi del recovery plan, dalla scuola alle manifestazioni del 2 giugno, dal decreto deburocratizzazione alla riforma del fisco, ma anche degli attacchi di Confindustria e della "certa collaborazione" che ci sarà con il presidente Bonomi. "Frase infelice" comunque l'ha definita il premier quella pronunciata dallo stesso Bonomi su una "politica che potrebbe far più danni del virus". Un resoconto molto fitto quello del premier che annuncia una nuova prospettiva anche con le opposizioni e con il tessuto economico-produttivo del Peaese senza "mai perdere l'attenzione sulla situazione sanitaria". 

"Le somme in arrivo dall'Ue per l'Italia non le considero un tesoretto di cui deve disporre il governo in carica e dunque ci sara' confronto con le opposizioni anche perche' si tratta di un piano di lungo periodo, e' giusto che si faccia con le opposizioni" ha rassicurato il presidente del Consiglio. "Questo governo - ha aggiunto Conte - non ha una cultura collettivista, si e' parlato anche di sovietizzazione... Mai pensato. Questo governo ha il culto del principio costituzionale della liberta' di impresa ma a me piacerebbe che chi ha responsabilita' di una impresa possa ragionare e abbracciare delle prassi socialmente responsabili. C'e' una responsabilita' dell'impresa anche come istituzione e cio' appartiene alla migliore tradizione italiana: faccio un nome, Olivetti". 

Fra le novità più interessanti di cui ha parlato il premier c'è anche l'intenzione di "riformulare il reato di abuso di ufficio" e la "responsabilità erariale" perché bisogna bloccare i vincoli che oggi spingono funzionari e amministratori a bloccare le opere nel timore di conseguenze legali. "Nel dl semplificazioni troverete novità, anche sostanziali. Stiamo lavorando per riformulare reato di abuso di ufficio e per riformulare e circoscrivere meglio anche la responsabilità erariale. Due aspetti che condizionano molto l'operato degli amministratori e funzionari pubblici". Conte ha precisato: "Penso a controlli anche più severi, rafforzerò i controlli antimafia, proprio perchè andiamo a snellire alcuni passaggi. Dobbiamo evitare che ci sia maggiore facilità di infiltrazione per le organizzazioni criminali". Al tempo stesso "dobbiamo procedere speditamente, fatti questi controlli poi non c'è più giustificazione per procedere al rallentatore". Insomma, ha aggiunto, "vorrei ribaltare la logica, vorrei che la Corte dei conti chiamasse a rispondere di danno erariale funzionari che hanno ritardato la realizzazione di opere o che hanno ovviamente moltiplicato i costi. Oggi chi rimane inerte sembra ripararsi da qualsiasi conseguenza. Un meccanismo perverso: chi meno firma, meno fa il suo dovere, si tiene a riparo da qualsiasi inconveniente. Un meccanismo da scacciare via". 

 

 

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