Politica
Conte sta per fare le scarpe a Schlein: la vittoria in Sardegna allerta il Pd
La vittoria di oggi in Sardegna segna l’inizio della fine di Elly Schlein -a meno di rivolte interne del Pd- che diventerà sempre più gregario dei 5S
Conte sta per fare le scarpe a Schlein: la vittoria della Todde in Sardegna deve preoccupare la segretaria del Pd
La vittoria in Sardegna è stata salutata come il vero e proprio primo intoppo del centro-destra, dopo la trionfale vittoria dell’ottobre 2022. Ed in effetti è così, anche se si tratta di una sconfitta di misura maturata per una manciata di voti dovuta ad un candidato sbagliato. Tuttavia c’è stata. Ed occorre riconoscere che Alessandra Todde, ha fatto il colpaccio. Nata a Nuoro nel 1969, l’anno dello sbarco sulla Luna e quello dello scudetto del Cagliari di Gigi Riva, è stata sottosegretario allo sviluppo economico e poi pure viceministra, nonché attualmente deputata. Laureata in informatica all’Università di Pisa ha avuto esperienze formative estere. Professionalmente è una imprenditrice ed è stata amministratrice delegata di Olidata. È una dei pochi Cinque Stelle non “scappati di casa” e rappresenta una eccezione di qualità nell’offerta politica del Movimento.
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Detto questo, il vero dato politico è il ritorno sulla scena politica italiana del cosiddetto “campo largo” o forse “larghissimo” se i cespuglietti bonelliani si ficcheranno dentro. Non è una novità. Ma una volta c’erano Conte e Zingaretti ora c’è Conte e la Schlein, una differenza non di poco conto. Se infatti l’ex governatore del Lazio è uno che incarna il concetto stesso di apparatchik post – comunista alquanto sovietico, il classico burocrate di Stato ma della vecchia guardia, la Schlein ricorda più una sbarazzina grillina della prima ora che un vero politico. Elly Schlein è una che ancora ha il concetto di “occupare”, magari la Rai, come se fosse la sua scuola. Una che con il Partito democratico non c’entra niente, una che c’ha l’armocromista da 300 euro all’ora in un partito che si dovrebbe occupare di lavoratori.
Ed in effetti la felsineo – svizzera è stata eletta in primarie aperte con il sospetto voto di truppe cammellatissime dei Cinque Stelle. Si trattò del primo passo dell’occupazione militare ordita da quel geniaccio zelighiano di Giuseppe Conte che punta a conquistare il Pd. L’ex “avvocato del popolo” giallo –verde si è prontamente riciclato in rivoluzionario ed ha avuto la fortuna di un alleato naturale nel Covid.
Ora Conte può prendersi il Pd perché la Schlein è tutto fuorché una politica e lo scaltro avvocato pugliese se la mangerà senza problemi. La vittoria di oggi in Sardegna segna l’inizio della fine di Elly Schlein -a meno di rivolte interne del Pd- che diventerà sempre più gregario dei Cinque Stelle, a loro volta inaspettatamente ringalluzziti dopo anni di malgoverno sia locale che nazionale. A volte ritornano, è il caso di dire. Del resto la memoria italica è corta ed è sempre pronta soggiacere alle voglie impetuose del populismo situazionista. Nel frattempo Beppe Grillo è meglio che si comporti bene se no Conte gli toglierà la paghetta. Ma del resto l’ex leader dei Cinque Stelle è ampiamente e poco francescanamente villato proprio in Sardegna e gli farà piacere vedere qualche volta un volto amico mentre scorrazza inquinando il mare con il suo motoscafo.