Politica
Corruzione elettorale in Puglia, la consigliera Laricchia (5S) contro Conte
Voto di scambio in Puglia/ La consigliera Laricchia contro la "campagna acquisti" del governatore Emiliano nei confronti dei 5S
Corruzione elettorale in Puglia, la consigliera M5S Antonella Laricchia si sfoga contro Conte
Antonella Laricchia è una consigliera comunale che per molto tempo era stata il riferimento dei Cinque Stelle in Puglia. Faceva parte cioè di quel nucleo originario che considerava il Partito democratico un “Pdl – l”, come urlava allora Beppe Grillo. E quindi ha conteso per ben due volte il ruolo di Presidente della Regione Puglia proprio a Michele Emiliano. Nel 2020 Michele Emiliano vinse con il 47% contro Raffaele Fitto al 39% e con la Laricchia al terzo posto all’11%. Finita la tornata elettorale iniziò –lei stessa racconta- la “campagna acquisti” di Emiliano nei confronti dei Cinque Stelle per tirarli dentro la maggioranza mentre lei, le va riconosciuto, non volle entrare. Del resto l’interesse di Michele Emiliano per il movimentismo data tempi antichi, addirittura a livello nazionale. Chi scrive è stato testimone dell’interesse di Emiliano a collaborare con Italia dei Valori, ai tempi in cui il partito di Antonio Di Pietro andava a gonfie vele.
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Del resto la carriera di Emiliano si è svolta tutta a livello locale e mai nazionale, non essendo mai stato in Parlamento e detenere per troppo tempo il potere in un solo luogo non è mai una buona cosa per la democrazia. Emiliano è stato prima sindaco di Bari per ben dieci anni, dal 2004 al 2014 ed ha poi lasciato l’incarico per un altro decennio al suo uomo e successore, Antonio Decaro, governando la Puglia dal 2015 (sostituendo Nichi Vendola) fino ad oggi. In pratica la coppia Emiliano – Decaro è 20 anni che governa la Puglia a livello di Bari e di Regione.
Ma torniamo alla Laricchia che ha avuto il dono della coerenza in un ambiente, quello della politica pugliese, che sta proprio in questi giorni mostrando il suo lato peggiore con la procedura di commissariamento del comune di Bari per infiltrazione mafiosa e con le dimissioni di un assessore a livello di giunta regionale dello stesso Emiliano. Nel mezzo un omicidio di un nipote di un boss a Bari e l’incredibile racconto dello stesso governatore della visita alla sorella di un boss insieme allo stesso attuale sindaco Decaro, che però smentisce l’amico e protettore. Comunque i due saranno sentiti in commissione antimafia entro aprile. Ne abbiamo parlato qui (recupera l'articolo).
Ma torniamo all'intervista. Viene chiesto alla Laricchia cosa ne pensi degli arresti legati alle elezioni del 2020: “Tutto il sistema concepito in Regione è basato sull’inaffidabilità. Emiliano concepisce la politica come la ricerca del consenso e, in sostanza, unisce anche i portatori di voti che infine non si ritrovano in valori comuni e in un progetto coerente. Sorpresa? È uno spettacolo indecoroso, ma c’era da aspettarselo”.
Ma lei è rimasta fedele al suo mandato elettorale. La Laricchia ce ne ha anche per i vertici del Movimento Cinque Stelle:“All’indomani della votazione ho subito un pressing vigoroso: dai vertici nazionali, a partire da Luigi Di Maio, volevano spingermi verso l’adesione alla giunta Emiliano. Dicevano che entrare nella maggioranza che governa la Puglia avrebbe rafforzato il governo Conte 2. Abbiamo visto poi che l’alleanza è stata fatta, ma a Roma l’esecutivo è caduto”. Ora la richiesta della Laricchia è che i Cinque Stelle, i suoi colleghi, abbandonino la maggioranza e questo anche in sintonia con la rinuncia di Giuseppe Conte a partecipare alle primarie Pd per il sindaco di Bari e di correre in solitaria. Cosa farà la Laricchia da grande? La sua risposta è netta e designa anche una piccola strategia: “Trovo che il limite dei due mandati sia un tema rivoluzionario e che ho sempre sposato. Cerco di dare il mio contributo ad Alessandro Di Battista e all’associazione Schierarsi. So che ci sarò con lui e con la squadra che si sta formando, però non nelle istituzioni. Il rinnovamento è il sale della democrazia”.
Anche se, ad onor del vero, Alessandro Di Battista il treno per il governo dei Cinque Stelle l’ha perso nel 2022, quando rinunciò alla battaglia contro Giuseppe Conte che ha sfilato il Movimento a tutti e sta diventando un po’ il rifugio dei delusi, come anche l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi che dopo la batosta elettorale che le ha inflitto proprio Roberto Gualtieri, sindaco Pd si dice sia interessata al progetto Di Battista, che però è per ora una semplice associazione culturale.