Politica
Debito, belli i soldi a pioggia ma chi lo dice agli italiani che va ridotto?
La sfida dell’Italia
Nell’indifferenza colpevole dei cittadini e quel ch’è peggio dei politici, l’Italia affronta nei prossimi mesi una sfida temeraria e quasi esistenziale. Una sfida che è necessario vincere e che invece temo perderà. La gente si culla nell’idea che Mario Draghi, essendo un grande tecnico ed essendo sostenuto da un’ampia maggioranza, “saprà come fare”. Ma Mario Draghi è soltanto un essere umano e solo nei più infantili film asiatici gli sfidanti volano. L’aritmetica non fa sconti e Draghi non può fare miracoli. Se li farà, applaudirò di tutto cuore: ma fino ad allora mi tengo il mio scetticismo. Per chi ha uno stomaco forte, segue la lista delle “doléances”.
Il nostro debito pubblico era estremamente alto già decenni fa e la prima volta che qualcuno gridò che era il re era nudo (cioè che l’Italia era insolvente) fu nel 2011. Ci abbiamo messo rimedio? Nient’affatto. E certo non l’ha fatto Draghi dicendo che, “Whatever it takes”, l’Italia ha il diritto di far debiti all’infinito. Non so quanto Adam Smith sarebbe stato d’accordo, non so quanto sia possibile che il debito contribuisca a quella “ricchezza delle nazioni” di cui si occupava quel grande scozzese, ma così è andata. E così va.
Il debito ha continuato a gonfiarsi ed è letteralmente esploso col Covid, passando dal 134% del pil al 158% attuale. Una montagna sopra la montagna. Poi sono stati necessari altri “scostamenti” (ma quanto siamo bravi, con le parole!) cioè ulteriori debiti per decine di miliardi, ed ora aneliamo a far debiti con l’aiuto, non solo della Bce, ma dell’Unione Europa. A che punto arriveremo? Con la torre di Babele i dementi dell’antichità cercavano di toccare il cielo. Noi pensiamo che il cielo non si possa toccare: e allora dove diavolo vogliamo arrivare? Non basta. Se terrà fede ai patti sottoscritti, e a mano a mano che li manterrà, l’Italia riceverà circa 210 miliardi, di cui una quarantina in regalo, contraendo comunque circa centosettanta miliardi di nuovi debiti (oltre i 2.700 o più che già abbiamo). Per fare che cosa?
Partiamo dai sogni. Se offrissero ad un uomo di buon senso una montagna di soldi per migliorare l’Italia penserebbe, almeno per qualche anno, a ridurre di molto la pressione fiscale, in modo da incoraggiare il lavoro e la produzione di ricchezza; penserebbe ad investire nella giustizia, per renderla efficiente; penserebbe a pagare meglio i docenti di tutti i livelli di scuola, introducendo però controlli di produttività e licenziando coloro che non ottengono risultati; penserebbe a riparare i manufatti stradali che rischiano di crollare ma con opere ingegneristiche, non gettando in galera chi avrebbe dovuto realizzarle senza avere i fondi per farlo. Insomma, le finalità non mancherebbero, ed avrebbero tutte lo scopo di migliorare la nostra vita concreta. Invece a che cosa servono i fondi del Next Generation Eu? Ecco le sei linee di intervento.
1 Ricerca e innovazione. Nessuno dice che non siano utili, ma quando arriveranno i dividendi?
2 Transizione climatica e digitale: ecco per cosa spasimano gli italiani;
3 Ripresa e resilienza. Soprattutto la resilienza, mi raccomando. E qui si vede quanto siano infantili a Bruxelles: giocano con le parole. Si parla addirittura di RescEU, parola misteriosa, vero? Ma – preparatevi ad applaudire - in inglese si legge “rèskju”, come rescue, che vuol dire ripresa. Potremmo fallire, con simili capi?
4 Politiche di coesione. Colla arabica o colla vinilica?
5 Lotta ai cambiamenti climatici, a cui verrà riservato il 30% dei fondi. Signori, il 30% di 200 miliardi sono sessanta miliardi. Mentre in Italia, col Covid, si sono persi (dicono) trecentomila posti di lavoro, la nostra prima preoccupazione pare siano i cambiamenti climatici, che nulla dimostra dipendano dall’uomo e sui quali noi pesiamo per una percentuale minima. La Cina, che scoppia di salute economica, ed è energivora come forse nessun altro, ha addirittura aumentato l’estrazione e l’uso di migliaia e migliaia di tonnellate di carbone. E noi dovremmo dedicare il 30% dei nostri nuovi debiti a salvare la Terra, mentre gli altri lavorano, inquinano, producono e pensano alla pagnotta?
6 Infine ecco l’ultimo scopo: la protezione della biodiversità e la parità di genere. Ecco che cosa mi teneva sveglio stanotte. Ecco che cosa teneva svegli stanotte i disoccupati, quelli che hanno perso il lavoro, i gestori di discoteche, gli operatori del turismo e della ristorazione. Ecco che cosa preoccupava le persone colte, pensando a ragazzi che hanno perso due anni di scuola, in cui avrebbero imparato poco, ma stavolta non hanno imparato niente. Perché non ci sono nemmeno andati.